Il franchise Fast & Furious
Inizio del nuovo millennio, Rob Cohen (regia) e Gary Scott Thompson (storia), mettono in scena un film su corse d'auto modificate, ladri, poliziotti sotto copertura e tante belle ragazze discinte. Un po' sull'onda di Point Break, ma con tanto testosterone in più.
Non hanno nessuna idea che Fast and Furious, questo "filmetto" da poco meno di 40 milioni, diventerà una bomba da più di 200.
Vin Diesel si era da poco ricavato la sua nicchia con Pitch Black, Paul Walker, belloccio da commediole, aveva fatto The Skulls, ma questa cosa li avrebbe resi due icone cinematografiche. Le due donne del gruppo erano una carneade, la Brewster che effettivamente ha dimostrato di non avere la stoffa della star con la sua disarmante mediocrità e ordinarietà, e quella che sarebbe diventata una delle action girl per antonomasia: Michelle Rodriguez.
Il successo clamoroso porta i produttori a decidere per un secondo capitolo, (2 Fast 2 Furious) ma Vin Diesel è già preso dalla sua nuova carriera di star, dopo l'eccessivo xXx, quindi si cambia registro. John Singleton alla regia -uno che di solito lavora su cose impegnate e decisamente "black"- e un nuovo comprimario: Tyrese Gibson. La trama diventa poliziesca, ma con tante auto veloci, e per il "tocco rosa" si getta nella mischia Eva Mendes.
Budget raddoppiato (76 milioni) e incassi aumentati anche se siamo lontani dai temi del primo capitolo: 236 milioni. Insomma un successo nonostante tutto.
Quindi non c'è due senza tre (e visti gli incassi come dargli torto?), ma qualche genio della produzione a questo punto pensa:a che ci servono le star, il pubblico vuole solo macchine veloci. Cerchiamo invece di aprire ad oriente (lungimiranti) spostandoci a Tokyo, e infatti il titolo sarà The Fast and the Furious: Tokyo Drift, e mettendo Justin Lin alla regia (quello di Better Luck Tomorrow).
Il protagonista, Lucas Black, è però quanto di più insulso si possa trovare. Ai test screening già si capisce che la vaccata commessa è grave, tanto più che ci sono 85 milioni sul piatto... che fare? Metterci un cameo di Vin alla fine... è l'unica soluzione! Fatto.
157 milioni di incassano salvano la baracca, ma è chiaro che non è stata una grande mossa.
Ci vorrà un altro capitolo, ma con il botto: Fast & Furious - Solo parti originali. Nome omen. Tornano tutti i protagonisti sempre con Justin Lin alla regia. Trama più poliziesca con trafficanti messicani e gente sotto copertura, ma soprattutto Vin e Paul ormai star. Il pubblico apprezza, anzi va in visibilio.
Il budget era rimasto identico (paura eh...) ma gli incassi schizzano alle stelle 363 milioni di dollari. E' fatta! Da qui in poi sarà tutta in discesa.
Il quinto episodio, Fast Five, sarà l'inizio del concetto di famiglia allargate che diventa il marchio di fabbrica del franchise. Il gruppo richiama proprio tutti quelli che sono passati anche per caso e si sposta in brasile per diventare una sorta di Ocean 11. Rapina con truffa, mischiata a trafficanti di droga e polizia americana capitanata da The Rock. Bicipiti al servizio della storia, tante botte, meno macchine, ma una trama solidissima.
E' l'apice! Gli incassi levitano oltre i 600 milioni e stiamo ufficialmente entrando nella leggenda.
Il sesto film è quello dell'addio del regista Justin Lin, che vuole seguire nuovi progetti e quindi si decide per l'esagerazione. Si torna alle macchine come componente fondamentale (rimaste un po' indietro nel precedente capitolo), ma si mantiene la "posse"/famiglia. Ora il gruppo lavora per la polizia, così Dwayne Johnson può restare a bordo, e si spinge sull'acceleratore mettendo in campo anche un carro armato!
160 milioni di budget (una follia per un action), ma quasi 800 di incasso!
Nel settimo capitolo James Wan (quello di Saw) prenderà posto alla regia, ma il sogno subirà un colpo quasi letale: Paul Walker si schianta con una Porsche (non guidava lui) contro un albero e muore sul colpo. Le riprese non sono finite e l'ombra del lutto sembra spegnere ogni luce nel gruppo.
Il film diventa così l'elegia per l'eroe che non c'è più, grazie anche al fratello minore che fa da body double.
L'effetto sul pubblico è devastante, la presenza di Jason Statham passa in secondo piano, i fans si riversano in sala e l'incasso mondiale supera il miliardo e mezzo di dollari!
La sequenza dell'auto che esce dalle finestre del 60 piano del grattacielo di Dubai entra nella leggenda.
Pensare ad un ottavo capitolo sembra improponibile. Ma i produttori, tra cui Vin, non vogliono, né possono rinunciare.
Si arriva così al film odierno, Fast & Furious 8 nelle mani di F. Gary Gray, solido regista d'azione, meno geniale dei suoi predecessori, ma con un gruppo sempre più ampio e un villain decisamente d'eccezione: Charlize Theron.
Ce la farà il franchise a superare anche quest'altro scoglio?