Hardcore!: Dibattito sullo stile innovativo del film

“Il regista Ilya Naishuller è un musicista, un rockettaro che aveva realizzato un videoclip completamente in soggettiva, quindi Timur Bekmambetov (regista di Wanted – Scegli il tuo destino e La leggenda del cacciatore di vampiri, nda), dopo averlo visionato ed apprezzato, gli ha chiesto di concepire un lungometraggio sfruttando la stessa tecnica. E possiamo tranquillamente parlare di un’operazione piuttosto innovativa, in quanto, per esempio, basterebbe pensare al fatto che nel cinema di molti anni fa la soggettiva era quasi sempre basata sulla letteratura, sull’”io” dell’hard-boiled”.

Giornalista e critico cinematografico, Francesco Alò ha introdotto così nella capitale il dibattito seguìto alla proiezione per la stampa di Hardcore!, che, in arrivo nelle sale cinematografiche italiane il 13 Aprile 2016 distribuito da Keyfilms, si costruisce interamente sulla soggettiva di un protagonista che non vediamo mai, portando al cinema il linguaggio dei videogiochi proto-Doom; in quanto, come ha anche precisato Marco Accordi Richards, direttore di VIGAMUS, Museo del videogioco di Roma: “Diciamo che Call of duty e Mirror’s edge sono soltanto due dei titoli che vengono in mente. Guardando questo film, dopo un po’ il videogiocatore capisce che può trattarsi di un momento di identificazione che non ha mai avuto prima al cinema. Qui non ci troviamo dinanzi ad un film tratto da una serie di videogiochi come è avvenuto spesso negli ultimi anni, ma abbiamo per le mani un’operazione in cui il videogioco è citato per davvero e ciò, di sicuro, può portare a stimoli nuovi. È un momento di game pride”.

Presente all’evento anche Max Giovagnoli, transmedia producer e scrittore che, coordinatore dell’Area Cinema e New Media dello IED di Roma, ha giustamente osservato: “Se prendiamo Robocop di Paul Verhoeven, del 1987, ci rendiamo conto del fatto che è cambiata molto la visione in soggettiva. Nel film di Naishuller ci sono più di cinquecento scene con effetti visivi, il ritmo, poi, è molto serrato e la cosa più curiosa è il rapporto tra suono e immagine. È una pellicola che presenta degli squarci festivalieri, un po’ come Ex Machina, e che rappresenta sicuramente un punto di partenza, tanto che il regista è già al lavoro sul nuovo film. Comunque, in questo momento al cinema già si sta sperimentando il multiplayer".

Ospite speciale della serata, infine, il videomaker e grande appassionato di videogiochi Matteo Corradini, il quale, facente parte del gruppo dei The Pills, oltre ad affermare che il cattivo del film gli ha richiamato alla memoria il Liquid Snake di Metal Gear, ha concluso: “Per molti aspetti, Hardcore! mi ha ricordato pellicole come Oldboy e The raid – Redenzione. È molto frenetico, un bagno di sangue di un’ora e mezza che vale il costo del biglietto, se non di più, perché è un ottimo esperimento, fichissimo. Poi, nel film c’è praticamente Luca Marinelli biondo (ride). Spero un giorno di poter vedere anche un lungometraggio che possieda la struttura narrativa di Chrono Trigger”.