Gli zombie di Jim Jarmusch aprono Cannes 72
Apertura in stile farsesca e ricca di morti viventi per Cannes 2019 che dà il via alla 72° edizione del Festival francese con The Dead Don’t Die (I morti non muoiono) di Jim Jarmusch, apprezzato regista statunitense di piccole perle come Broken Flowers, Solo gli amanti sopravvivono e Paterson. Si alza dunque ufficialmente il sipario sulla rassegna francese di cinema europeo più attesa dell’anno, e in una prima giornata assai soleggiata (almeno al mattino, poi mutata inopinatamente in nuvole e pioggia) in quel di Cannes, che ha rasserenato in qualche misura anche gli animi dei partecipanti al festival, in precedenza scossi dalle mille e una difficoltà – poi in qualche caso rettificate, e ravvedute – in merito al programma proiezioni e al coefficiente di difficoltà di accesso alle stesse che diventa ogni anno sempre più alto.
In una sala Grand Theatre Lumiere gremita di mestieranti del cinema, di pubblico glamour, e alla presenza dello stesso Jim Jarmusch accompagnato da Tilda Swinton e Bill Murray, l’attore di teatro Edouard Baer, con buona dose di classe e ironia ha aperto le danze del Festival omaggiando con immagini tratte dal suo debutto cinematografico la regista francese Agnes Varda scomparsa lo scorso marzo, omaggiata poi anche dalla bellissima voce di Angèle che ha interpretato “Sans Toi” dalla colonna sonora del film Cléo de 5 à 7 diretto dalla stessa Varda nel 1962. Baer ha poi presentando la giuria presieduta quest’anno dal regista messicano Alejandro González Iñárritu, che ha onorato il suo ruolo definendo il cinema una "esperienza che può cambiare anche il mondo", e composta dai registi Kelly Reichardt, Robin Campillo, Yorgos Lanthimos, Enki Bilal e Pawel Pawlikowski e dalle attrici Maimouna N’Diaye, Elle Fanning e Alice Rohrwacher, e che quest’anno avrà l’onore e l’onore di giudicare i 21 film in concorso nella sezione principale. Infine, sul palco anche Javier Bardem e la super sexy Charlotte Gainsbourg per dare ufficialmente il via al concorso e alla prima proiezione ufficiale.
Infine, primissima e attesissima proiezione del Festival, e prima lunga fila di questa edizione, The Dead Don’t Die di Jim Jarmusch ha diviso generando reazioni freddine a fine film, ma anche molte risate nel mentre. La sua farsa di zombie è una metafora sociale del nostro inebetimento più profondo come società, del nostro essere aggrappati a un consumismo fine a sé stesso e che ci rende di fondo morti dentro e incapaci di resuscitare, così come pure di morire nuovamente. Una zombie commedia leggera ma originale nella cifra del regista statunitense che attraverso un cast di prim’ordine, una scrittura brillante con alcune battute già divenute cult, e il segno incisivo di una critica ficcante, riesce comunque a generare più di una certa empatia. Un processo di empatizzazione sovrano che chi vi scrive ha avuto soprattutto di fronte ai due zombie (Iggy Pop e Sara Driver) che entrati in un caffè e intenti a nutrirsi dei corpi delle loro vittime, vedono i boiler del caffè e lasciano ogni altra incombenza pur di afferrarli. Ecco, in questa immagine simbolica e altamente profetica c’è racchiuso moto del senso delle nostre vite, ma anche del senso di questo festival, dove ogni giorno che passa tocca innalzare il livello di caffeina pur di continuare a interpretare senza tentennamenti la parte degli zombie che non vogliono morire.
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