Fantasporto 2019: 39a edizione del Festival Internacional de Cinema do Porto. Giorno 5

Terzo film filippino in concorso al 39° Fantasporto, Kuya Wes, commedia sentimentale di 90 minuti diretta da James Robin Mayo al suo secondo film dopo il premiato The Chanters del 2015. Protagonista Kuya Wes, giovane onesto e garbato che lavora in un’agenzia dove si occupa di trasferimenti di denaro. Ospite a casa del fratello, sposato e con due figlie, contribuisce alle spese condominiali ma resta ai margini della vita familiare. Fino a quando s’innamora di una cliente, Erika, madre di due bambine, che si affaccia allo sportello tutti i mesi, allo stesso giorno e alla stessa ora. Sfortunatamente il giovane è timido e ingenuo: non prende iniziative e sembra cuocere a fuoco lento. Poi il conto della cliente si svuota. Lui l’aiuta col proprio denaro e lei comincia a rendersi conto dell’attenzione di Kuya Wes, che si fa coraggio e decide di informarsi. Erika ha un piccolo chiosco dove vende petti di pollo e nessuno ha mai visto il marito. Tanto basta a infondere nuovo coraggio al giovane e a invitarla a cena. Dopo qualche malinteso, la donna accetta, ma non andrà all’appuntamento. Disorientato, e credendosi beffato, il giovane si avvicina al chiosco di Erika e la vede scambiarsi un abbraccio con un uomo che le sta portando delle provviste. S’incontrano in banca il giorno dopo. Kuya Wes è in attesa di un chiarimento, ma dall’atteggiamento di Erika si rende conto di non aver mai esternato il proprio sentimento. Interpretato da Ogie Alcasid e da Ina Raymundo nei ruoli principali e da Moi Marcampo in quello di una simpatica collega d’ufficio, il film mette in rilievo il candore e la bontà di Kuya Wes, quasi un bambino nel mondo degli adulti, e alcuni momenti di commedia che mitigano i turbamenti dell’innamorato.

  Tutt’altra atmosfera si respira nel dramma polacco Wilkolak (Lupo mannaro) di Adrian Panek, presentato lo scorso settembre all’USA Fantastic Festival. Si apre nel febbraio del 1945, in un campo di sterminio polacco dove i nazisti stanno eliminando gli ultimi reclusi prima di ritirarsi davanti all’avanzata sovietica. Riesce a salvarsi un gruppo di adolescenti che viene lasciato dai soldati russi in una villa abbandonata. Li hanno seguiti alcuni cani lupo che gli aguzzini nazisti impiegavano per la repressione dei fuggitivi, cani famelici che assediano la villa in cerca di cibo. E di cibo non ce n’è neanche dentro dove gli scampati al massacro si contendono le ultime lattine abbandonate dai militari in fuga. Tra gli adolescenti, un battitore libero, contorto e introverso, che imitando alla finestra gesti e voci delle guardie naziste, riesce ad addomesticare un cane e ne approfitta per andare nel bosco in cerca di cibo. Scova un bunker dove si è nascosto un soldato tedesco e riesce a impossessarsi di una grande lattina che porta alla  villa dove scopre non trattarsi di cibo ma di grasso per le macchine. Tuttavia il suo gesto spinge gli altri a imitarlo, addomesticando i cani e portandosi all’esterno in cerca di acqua e di cibo. Film dai colori freddi, girato in larga parte in un interno, Wilkolak dura 88 minuti e focalizza le psicologie dei reclusi, sia nei frequenti contrasti che nei momenti di quiete, descritti in maniera incalzante. E si svolge come un Thriller, dalla liberazione fino alla riconquistata libertà facendo emergere alcuni caratteri interpretati da Kamil Polnisiak, Nicolas Przygoda, Sonia Mietielica.

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