Delitto e Castigo secondo Woody

Sarebbe appropriato se io venissi preso... e punito. Almeno ci sarebbe un qualche piccolo segno di giustizia. Una qualche piccola quantità di speranza di un possibile significato” (Macht Point)

Con Irrational Man – nelle nostre sale in questi giorni – Woody Allen ritorna a quelle tematiche del delitto (im-perfetto) che già, nella sua mastodontica produzione cinematografica – aveva affrontato quando approfonditamente, quando solo tangenzialmente e con taglio più leggero.

All’inizio di tutto c’è Crimini e misfatti (Crimes and Misdemeanors) del 1989, film, nel quale Woody mette in scena l’omicidio di Dolores Paley (Anjelica Huston) da parte di Judah Rosenthal (Martin Landau) suo amante, apprezzato oculista, commissionato da quest’ultimo quando lei minaccia di rivelare la loro relazione. Tematica e trama simile affrontata poi 16 anni dopo con  Match Point (2005) film dove un giovane sposo (Chris Wilton/Jonathan Rhys-Meyers) per difendere il suo conveniente matrimonio con una rampolla di buona e ricca famiglia, non si fa scrupolo di trucidare la sua giovane amante (Nola Rice /Scarlett Johansson) con buona pace se deve far fuori anche un’innocua vecchietta dirimpettaia dell’avvenente Scarlet. In tutti e due i casi, gli omicidi (mandanti ed esecutori) rimarranno impuniti (per perizia o per caso) e finali e controfinali ci fanno intuire che i sensi di colpa non toglieranno il sonno ai colpevoli, anzi, continueranno a vivere le loro dorate e comode esistenze senza farsi divorare da scrupoli morali e ringraziando consapevolmente ed inconsapevolmente il Fato che ha risparmiato loro il giusto castigo. Senso di colpa che invece è il protagonista di Sogni e delitti (Cassandra's Dream) del 2007. Nel terzo film della cosiddetta trilogia londinese due sciagurati fratelli (Ewan McGregor e Colin Farrell) uccidono su commissione del proprio zio, uno sconosciuto, scomodo testimone dei loschi affari dell’anziano parente. In cambio, riceveranno denaro per risollevare i guai finanziari in cui si sono cacciati. ll senso crescente di colpa, però, di uno dei due fratelli (Terry) porterà ad un finale tragico ed espiatorio. Trionfa invece la giustizia in Scoop, opera del 2006. Ancora Scarlet Johansson, protagonista, questa volta, di un tentato omicidio dal quale riuscirà a sopravvivere e a fare arrestare il colpevole, Peter Lyman (Hugh Jackman) un giovane, ricco e affascinante aristocratico di belle speranze. Anche in Misterioso omicidio a Manhattan (Manhattan Murder Mystery) gustosa black comedy del 1993, l’assassino verrà assicurato alla giustizia grazie alla caparbietà di Carol Lipton (Diane Keaton) improvvisatasi sagace investigatrice. Di omicidi “morali” trattano invece Pallottole su Broadway (Bullets Over Broadway) del 1994 dove un gangster (Chazz Palminteri) si appassiona talmente dell’arte teatrale da non sopportare più l’attricetta (amante del boss) che aveva il compito di proteggere e decide – per il bene dell’arte – di sopprimerla… Morale, perché giustificato da un interesse ritenuto superiore  del valore del bene rappresentato dalla vita stessa.

Ed arriviamo dunque ad Irrational Man: Abe Lucas (Joaquin Phoenix) è un cattedratico di filosofia nel pieno di una crisi depressiva; quando gli si presenterà l’occasione di punire – con la morte –un perfetto sconosciuto, reo di un comportamento immorale – non esiterà a mettere in atto il suo criminoso piano, dal compimento del quale ritroverà quella serenità e quella gioia di vivere che credeva perdute. Ed anche in questo caso, l’assassino non proverà rimorso alcuno, anzi, dal suo gesto trarrà nuova linfa per portare avanti la sua esistenza. Atteggiamento che sembra essere appannaggio degli appartenenti alle classi agiate e di buona se non solida cultura. Infatti, gli unici che rimarranno preda del senso di colpa sono i due fratelli di Sogni e delitti, facenti parte di un ceto medio, sostanzialmente povero, ed in perenne rincorsa di un posto al sole.

Ma come si pone la giustizia (sia essa degli uomini o  del cielo) rispetto a questa teoria di criminali (per caso o per vocazione)?

Woody, come già fatto anche in altre sue opere (La dea dell’Amore, ad esempio) ci rimanda ai concetti allegorici della tragedia greca, in particolare a quello del Fato e di come influenzi le umane vicende: sia esso rappresentato da un anello sul ciglio di un parapetto, sia esso una pila caduta per terra sulla quale si inciampa per finire nella tromba di un ascensore…