Dalla carta stampata al grande schermo: tutti i film ispirati ai romanzi di Roald Dahl

Chi da piccolo non ha passato interi pomeriggi con la testa immersa in uno dei fantastici libri di Roald Dahl, dimenticandosi magari di terminare i compiti pur di rimanere ancora un po’ immerso in un mondo da favola, non saprà mai cosa effettivamente voglia dire sognare a occhi aperti.

Per coloro che sono ormai troppo “over” per leggere racconti destinati al pubblico dell’infanzia state tranquilli: ci pensa Hollywood. Negli ultimi trenta anni, sono state prodotte diverse pellicole tratte da opere di Dahl, alcune riuscite altre molto meno. Ma, cominciamo dal principio. Roald Dahl fu un grande romanziere britannico, nato esattamente 100 anni or sono da immigrati norvegesi nel piccolo borgo di Cardiff, in Galles. Al piccolo fu imposto il nome del celebre esploratore Roald Amundsen, una sorta di eroe nazionale in Norvegia. Prima di mettere alla prova il suo talento letterario, Dahl fece parlare di sé come provetto aviatore della RAF durante la Seconda Guerra Mondiale. Nella sua vita, lo scrittore svolse per un periodo anche l’attività di assistente dell’ambasciatore britannico a Washington. In realtà, questo incarico altro non era che una copertura volta a mascherare il suo lavoro di spia.

Il suo primo libro per ragazzi lo scrisse nel lontano 1943 intitolando I Gremlins e servì da ispirazione a Chris Columbus, sceneggiatore del film omonimo di Joe Dante. Tuttavia, nel corso della sua carriera, Dahl pubblicò diversi romanzi per adulti, decidendo di mettere il suo “dono di natura” al servizio del cinema e della televisione. Infatti, l’autore scrisse lo script di Agente 007 – Si vive solo due volte e di Citty Citty Bang Bang con la star di Mary Poppins, Dick Van Dyke.

Tra i film ricavati dalla fervida immaginazione dello scrittore inglese, il primo in ordine di tempo fu quello che negli anni è diventato un vero e proprio classico di Natale: il musical per bambini in technicolor Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971) con un eccellente Gene Wilder nell’ambigua parte di Willy Wonka. Sembra incredibile, eppure quando la pellicola uscì in sala, il film si rivelò un vero e proprio flop. Non tutti sanno che la Quaker Oats Company acquistò i diritti del libro e accolse l’idea di produrne il lungometraggio con la viva speranza di lanciare sul mercato statunitense una nuova barretta di cioccolato chiamata “Wonka Bar”. Ma, dati i pessimi risultati al botteghino, anche l’operazione di marketing andò a picco. La pellicola, inoltre, fu per l’autore causa di screzio con il produttore David Seltzer, che riscrisse da capo il film infischiandosene della sceneggiatura firmata da Dahl. Proprio a causa di ciò, lo scrittore rifiutò categoricamente di adattare per il grande schermo Il grande ascensore di cristallo, seguito letterario de La fabbrica di cioccolato.

Nel 2005 Tim Burton ha chiamato a sé il suo attore feticcio Johnny Depp per realizzarne una nuova versione, più fedele allo spirito originale del libro di Dahl. Il regista di Edward mani di forbice decise di dare una spolverata anche ai diversi siparietti musicali affidando la colonna sonora a Danny Elfman. Ne uscì un film surreale e visionario, perfettamente in linea con lo stile e le atmosfere del cinema burtoniano, con qualche divertente omaggio a opere cult come 2001: Odissea nello spazio e Psycho. Il lungometraggio ottenne una nomination agli Oscar per la categoria “Migliore Costume” grazie alle coloratissime creazioni dell’italiana Gabriella Pescucci.

Dopo Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato fu il turno de Il mio amico gigante (1989), un film dall’animazione piuttosto semplice basato sul romanzo Il GGG del 1982. Prodotto dalla Cosgrove Hall Production per Thames Television, il cartone giunse nel nostro Paese direttamente in versione home video. A riportare sulla scena i fasti del grande gigante gentile ci ha pensato Steven Spielberg con Il GGG - Il grande gigante gentile. Presentata fuori concorso all’ultima edizione del Festival di Cannes, la pellicola girata in tecnica mista annovera un cast di tutto rispetto: Mark Rylance nel ruolo del GGG, mentre la giovane attrice inglese Ruby Barnhill veste i panni di Sophie.

Sempre del 1989 è il malinconico Danny il campione del mondo di Gavin Millar, dove Jeremy Irons recita a fianco di suo figlio Samuel. È stata giudicata la più scialba trasposizione cinematografica di un libro di Dahl: del resto, è probabile che gli estimatori del film siano da contare sul palmo di una mano. Il motivo è forse già insito nella trama del racconto, essendo l’unica storia concepita da Dahl che non deformi la realtà con caratterizzazioni grottesche dei personaggi.

Continuando il nostro viaggio parallelo tra cinema e letteratura, nel 1990 esce Chi ha paura delle streghe? per la regia di Nicolas Roeg con la collaborazione del creatore dei Muppets Jim Henson. Alla base di questa moderna fiaba horror vi è Le streghe, un romanzo attraversato da una sottile vena di umorismo nero che Dahl compose nel 1983, ambientandolo in parte nella sua natia Norvegia. Nel film Anjelica Huston eccelle sia nella parte di Eva Ernst leader della Reale Società per la Difesa dell'Infanzia sia in quella della Strega Suprema: memorabile rimane la sua trasformazione a vista da fatalona a fattucchiera con tanto di naso e mani adunche.

Perfino Quentin Tarantino saccheggiò a piene mani dalla short story di Dahl Man from the South (in italiano La scommessa) per l’episodio di 21 minuti L’uomo di Hollywood di Four Rooms (1995).  Pubblicata originariamente nel 1953 all’interno della raccolta Someone Like You, la novella venne impiegata nel 1955 come soggetto per una puntata della serie Cameo Theatre, sebbene la gente tenda ad assocciarla soprattutto all’episodio di Alfred Hitchcock Presenta con Steve McQueen e Peter Lorre nei rispettivi ruoli dello scommettitore e del riccone.

Il 1996 è un momento d’oro per la fama postuma di Dahl. Sui tabelloni cinematografici di quell’anno trovano posto ben due titoli ispirati alle opere di Dahl. Stiamo parlando di James e la pesca gigante e Matilda 6 mitica. Il primo lungometraggio, prodotto da Tim Burton e Denise Di Novi, è un mix di live action e sequenze in stop motion/passo uno. Dietro alla macchina da presa troviamo quel Henry Selick che solo tre anni prima aveva co-diretto Tim Burton’s The Nightmare Before Christmas. Ed è proprio il personaggio di Jack Skeletron il protagonista di tre gustosi camei presenti in James e la pesca gigante. Al contrario, Matilda 6 mitica è una commedia grottesca girata interamente con interpreti in carne e ossa. Il film rappresenta per Danny DeVito una ghiotta occasione per cimentarsi ancora una volta con la regia dopo Getta la mamma dal treno, La guerra dei Roses e Hoffa – Santo o mafioso?. Nel film DeVito impersona altresì il ributtante padre della piccola Matilda (Mara Wilson), mentre sua moglie è Rhea Perlman con cui l’attore è stato davvero sposato per tre decenni.

Un ipotetico premio al miglior adattamento in celluloide è senza dubbio il film d’animazione firmato da Wes Anderson. Ci riferiamo a Fantastic Mr. Fox, tratto dalla parte centrale del romanzo Furbo, il Signor Volpe del 1970. Il progetto prevedeva inizialmente l’apporto alla regia di Henry Selick, che dovette poi dare forfait per dedicarsi a Coraline e la porta magica. A quel punto, Selick venne soppiantato da Mark Gustafson in qualità di direttore dell’animazione. Quest’ultimo seguì alla lettera gli ordini di Anderson: niente stop motion somigliante alla CGI perché il trucco c’è e il pubblico lo deve percepire. Per Fantastic Mr. Fox fu reclutato un cast di stelle, tra cui spiccano i nomi di Meryl StreepGeorge ClooneyBill MurrayJason SchwartzmanOwen Wilson che hanno volentieri prestato la voce ai personaggi antropomorfi del film.