Conferenza stampa: Ustica
"Mettere insieme il budget per realizzare questo film è stata un’impresa titanica. Grazie alle cinquemila pagine della sentenza del giudice Priore ho potuto iniziare la mia ricerca. A pagina 118 si cita che vengono trovati pezzi di aerei non appartenenti al relitto del DC9, ma ad altri velivoli, sicuramente militari. Come nel caso Moro, sono andato nelle redazioni dei giornali e ho fotocopiato tutte le notizie relative ai cinque giorni successivi all'incidente. Tutti i principali giornali italiani parlano di collisione in volo, il Tg1 e il Tg2 ne mostrano perfino dei disegni. Io invito tutti a riflettere sul fatto che, in settant’anni di vita repubblicana del nostro paese, non c’è alcun episodio stragistico su cui abbiamo una verità certa”.
Precisando che nel suo lavoro cerca di trasformare documenti in drammaturgia perché fa il cineasta e non lo scrittore o il giornalista, Renzo Martinelli introduce così la conferenza stampa romana della sua ultima fatica dietro la macchina da presa: Ustica, incentrato sui misteri ruotanti attorno al tragico incidente aereo avvenuto il 27 Giugno del 1980 e a proposito di cui prosegue: “Mentre leggevo questi documenti mi sono imbattuto nella storia di un papà che aveva invitato a Palermo la figlia, poi tragicamente scomparsa a bordo dell'aereo e il cui corpo non è stato ritrovato. L’uomo è rimasto per mesi su una spiaggia davanti al mare in attesa della giovane figlia, perché lei sapeva nuotare. Ho cambiato il personaggio da maschile a femminile e l’ho trasformato in quello della giornalista interpretata da Caterina Murino. Poi, sappiamo che i rottami dell'aereo libico vennero ritrovati dopo soli ventuno giorni a Timpa delle Magare, quindi ho introdotto la donna elicotterista che vi arriva per prima e suo marito, un politico incarnato da Marco Leonardi che si occuperà dell'inchiesta sul caso. Inoltre, ho inserito molte cose vere che ho trovato nei documenti, come quella della frase dell’inversione in autostrada, detta dal capo dei servizi segreti all’onorevole Zamberletti".
Fondamentale, durante l’incontro, l’intervento del già citato giudice Rosario Priore: “È in corso un processo per la strage di Ustica e lo stanno seguendo i miei successori. Non tocco nessun segreto nel dire che questi magistrati sono fiduciosi su un’altra pista e vanno avanti per le loro indagini, perché non è facile convincere le persone a cambiare una strada dopo che l’hanno presa. Io ho avuto una grande serie di insuccessi nelle inchieste perché le prove mi venivano sottratte sotto gli occhi e ho deciso di tornare sui reperti ritrovati nell’immediatezza. Per esempio, vi era un battellino su cui erano impresse quattro cifre che lo identificavano proveniente dalla portaerei Saratoga, che sappiamo quella notte era nella rada del porto del golfo di Napoli. Ora che ne so un po’ di più, per me quelle cifre sarebbero stato utilissime ed ho chiesto di vederlo, ma il battellino non si trova più. Comunque, quella sera nel cielo di Ustica c’è stato un pilota della Saratoga ed è caduto in acqua. Nessuno ha mai voluto dirmi a chi potesse appartenere quell’aereo della Saratoga. Dai dati radar è possibile vedere un aereo che si ferma a perpendicolo su questi reperti caduti in mare. Un aereo Nato che incontra un aereo libico sul territorio europeo lo deve abbattere, quella era la procedura. Compariva un disegno che significava abbattere, l'aereo caduto in acqua, probabilmente, ha dato un colpo d’ala al nostro DC9 ed è successo quello che sappiamo. L’aereo si è perso e inabissato, ma gli americani sono in possesso di forti mezzi e hanno sicuramente ripescato il pilota sul battellino e, forse, l'aereo stesso".
E, mentre Caterina Murino – che racconta di essere nata tre anni prima della tragedia e di essere cresciuta sentendo sempre nominare Ustica – si domanda insieme a Federica Martinelli (anche lei inclusa nel cast) come sia difficile che l’ipotesi proposta nel film non sia vera e spera che l’America un giorno chieda scusa per quanto accaduto, il regista conclude: “Qualora un pm dovesse provare la collisione in modo incontestabile non si può andare a processo contro gli Stati Uniti d’America. Il ministro della giustizia italiano può chiedere il permesso di processo a quello americano, ma difficilmente questi lo fanno. Comunque, oggi è difficilissimo appassionare i giovani a un fatto come quello di Ustica, perché gli uomini somigliano più al loro tempo che ai loro padri e la nostra civiltà è quella del qui e ora. Sui mezzi pubblici tutti sono con gli occhi puntati sui telefonini. Ustica nei licei è paleolitico, noi siamo figli di questo tempo. Il cinema, comunque, viaggia a ventiquattro fotogrammi al secondo, quindi va avanti e non consente la riflessione. Il libro rimane lo strumento principe di ogni ricerca e ti da il piacere di togliere il cellophane e sfogliarlo. Vedete se vi riesce con l’ebook”.