Conferenza stampa: Nessuno mi troverà - Majorana Memorandum
“Al di là dell’interesse per la figura di Ettore Majorana, credo di aver voluto realizzare questo film come reazione al fatto che negli anni è stato sempre considerato un misantropo, uno che se ne stava spesso appartato. Quindi, ho effettuato delle ricerche ed ho cercato di illuminare la persona più che il personaggio. Il progetto nasce da un pranzo in una trattoria sulla via Cassia qui a Roma tra me ed il produttore Andrea Stucovitz e, inizialmente, doveva trattarsi di un lungometraggio di finzione. E non escludo che lo farò”.
Il cineasta Egidio Eronico introduce così la conferenza stampa romana per la presentazione del suo Nessuno mi troverà - Majorana Memorandum, documentario riguardante la figura del grandissimo fisico teorico Ettore Majorana, misteriosamente scomparso quasi ottant’anni fa, e che approderà nelle sale a partire dal 15 Aprile 2016, distribuito da Istituto Luce-Cinecittà.
Documentario sulla cui genesi proprio Stucovitz prosegue: “Io ed Egidio siamo complici e ciò è fondamentale tra un regista e produttore. Virare sul documentario era una scelta giusta, per fare un film che, in questo momento, non si sarebbe potuto concepire in altro modo. Inoltre, non abbiamo potuto raccontare tutto, quindi, l’edizione in home video comprenderà anche il saggio di circa novanta pagine scritto da Francesco Guerra, Nadia Robotti e Roberto Finzi che potrà fornire le risposte a molte altre domande”.
Il Francesco Guerra professore di fisica teorica che, presente all’incontro, interviene: “Grazie a questo film vediamo un Ettore Majorana persona, proprio come è stato detto; il tutto, in un contesto morale di tipo alto. Io sono convintissimo che lui vanti non solo un’eredità culturale e scientifica di tutto rispetto, ma anche morale. L'influenza di Majorana sulla teoria dell'atomo è importantissima, in quanto sia lui che Enrico Fermi sono fondamentali. Quest’ultimo vinse il Nobel nel 1938 lavorando con le strumentazioni semplici del tempo. Era molto pragmatico, tenace, andava verso l'essenza delle cose e sfruttava al meglio le possibilità. Majorana, invece, era un intellettuale che si poneva dei problemi di fondo. Alcune delle sue scoperte sono sconvolgenti concettualmente ed è stato anche un grandissimo matematico. Perfino l'esperimento al laboratorio del Gran Sasso si rifà alla sua eredità”.
Un rapporto, quello, tra Majorana e Fermi, su cui il regista osserva: “Non occorre essere dei fisici per capire che il legame tra loro sia stato complesso e non sarebbe potuto essere altrimenti. Mi piace pensare che in questo paese, anche oggi, le persone di grande talento incontrano delle difficoltà proprio in virtù di questo loro talento. In Italia è sempre stato così”. Un rapporto su cui non può fare a meno di dire la sua neppure Corrado Spinella, direttore del Dipartimento di scienze fisiche e tecnologie della materia del CNR, che approfondisce: “Credo che il loro rapporto non sia così singolare, perché erano il perfetto complemento. Tanto isolato nel suo tentativo di trovare l'eleganza nella natura era Majorana, quanto maggiormente rivolto anche agli aspetti più vicini alle possibili applicazioni tecnologiche era Enrico Fermi”.
Dalla platea, anche Ettore Majorana Jr – nipote del fisico – prende il microfono: “Non è che Ettore Majorana debba essere considerato un soccombente rispetto ad una linea vincente rappresentata da Enrico Fermi e altri; neanche va visto come un modello di scienziato, era un uomo a tutto tondo con i suoi difetti”.
Anticipando il direttore dell’archivio Luce Enrico Bufalini, interessato ad esprimere come il documentario si sposi perfettamente con le logiche e la politica della label, e la conclusione per mano di Eronico: “Io ammetto di subire il fascino di Ettore Majorana perché mi piace la sua persona e il suo modo di essere, ma anche il fatto che avesse una propria autonomia di pensiero. Era quasi un corsaro nella sua disciplina, non apparteneva a lobby e aveva avuto in un certo senso un’educazione spartana, perché inizialmente studiava in casa con il padre. Si è battuto con tutte le sue forze e non gli faceva paura nessuno. Alcuni cosmologi si chiedono ancora oggi come possa aver predetto il neutrino nel 1937. L’incontro con Francesco Guerra e Nadia Robotti, poi, è stato per me fondamentale. Io, tra l’altro, mi ritengo wellesiano, in quanto faccio cinema perché da bambino vidi Quarto potere, che ha finito per influenzarmi su tutte le mie future ricerche. E, a ben guardare, c’è un che di Majorana in diversi personaggi interpretati da Orson Welles, da Charles Foster Kane al Gregory Arkadin di Rapporto confidenziale”.