Conferenza Stampa: Il caso Spotlight
Michael Keaton e Walter Robinson a Roma per presentare il film:
“Nel corso della mia carriera, mi è capitato tre volte di interpretare un giornalista. Quando mi è stato proposto, questo copione l’ho trovato immediatamente interessante e ben scritto, poi, amo i film di McCarthy, li ho visti tutti, tranne uno. È stata una vera fortuna, per me, avere questo ruolo”.
Ex Batman del grande schermo, nonché candidato al premio Oscar, nel 2015, per la sua interpretazione in Birdman o (L’imprevedibile virtù dell’ignoranza), a parlare è Michael Keaton, approdato a Roma insieme al giornalista Walter Robinson detto Robby per presentare alla stampa Il caso Spotlight di Tom McCarthy, nel quale, appunto, veste i suoi panni.
Perché il lungometraggio – nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 18 Febbraio 2016, distribuito da BiM – ricostruisce l’inchiesta del Boston Globe che, premiata col Premio Pulitzer, sconvolse nel 2002 la città americana con le sue rivelazioni riguardanti la copertura sistematica da parte della Chiesa Cattolica degli abusi sessuali commessi su minori da oltre settanta sacerdoti.
Sacerdoti tra cui il cardinale Bernard Francis Law, trasferito nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore dopo lo scoppio dello scandalo e oggi ottantenne, a proposito di cui Robinson ha dichiarato: “Il cardinale Law è qui in Italia dal 2002 e, da allora, non ha mai più parlato con un rappresentante della stampa, quindi credo che rimarrò l’ultimo ad averlo incontrato. Io nutro moltissime speranze in Papa Francesco, perché una delle prime cose che ha fatto è stato privare limousine e ville ad alcuni cardinali; poi, sta spingendo il clero ad occuparsi maggiormente dei fedeli. La Chiesa è ormai diventata una sorta di società clericalista che, di fatto, esiste per il beneficio dei sacerdoti e non per i fedeli. Questo Papa sa bene che questa è la situazione e sta adottando delle misure per apportare cambiamenti, ma, per il momento, non ha ancora compiuto un atto decisivo per un sostanziale cambiamento. Quando è venuto negli Stati Uniti ha lodato il coraggio dei vescovi americani, ma queste sue lodi sono state viste come un’offesa, perché essi, di fatto, sono restii al cambiamento e lo operano solo quando hanno una pistola puntata alla tempia”.
Anche Keaton, che, per preparare al meglio il personaggio, ha raccontato di aver trascorso molto tempo con Robinson a parlare di vita in generale e dei tanti casi che ha seguito durante la sua carriera, non ha mancato di esprimersi a proposito di Sua Santità: “Credo che il nostro film non miri a puntare il dito contro la religione in generale, io stesso ho ricevuto un’educazione cattolica e mi rattrista proprio il fatto che dietro questi abusi vi sia gente che la fede l’ha perduta. Mi piace molto questo Papa, ma, più in generale, il problema è l'abuso di potere verso chi potere non ne ha. Per esempio, c’è il caso di alcuni operatori ONU che in alcuni paesi poveri non solo non hanno fatto nulla contro gli abusi sui minori, ma sono stati accusati di questo crimine contro persone indifese e non garantiscono la pace”.
E, ovviamente, se da un lato il giornalista non ha potuto fare a meno di dichiararsi felice di essere stato interpretato dal protagonista di Beetlejuice – Spiritello porcello, notato nel 1994 nel ruolo analogo ricoperto in Cronisti d’assalto di Ron Howard e che ritiene uno dei più grandi attori esistenti, dall’altro non ha esitato ad esprimersi sulla drammatica situazione attuale del giornalismo d’inchiesta: “Negli Stati Uniti il giornalismo d’inchiesta è come se fosse un malato terminale; l’avvento del web ha cambiato tutto perché ha sottratto fondi ai giornali che se ne occupavano e lì, come immagino anche qui da voi, i direttori delle testate sono dei pazzi. Infatti, i lettori dicono che continuerebbero a comprare i cartacei solo per il giornalismo d’inchiesta, mentre i direttori non fanno altro che privarlo dei fondi. Se noi giornalisti non facciamo più inchiesta, però, la democrazia morirà”.
Keaton, al quale piacerebbe molto conoscere la lingua italiana per leggere i nostri giornali, di conseguenza, ha proseguito: “Oggi mi sento frustrato per ciò che vedo in televisione, perché è evidente che manchi l’approfondimento. A Pittsburgh, poi, il quotidiano ha una sezione locale di sei pagine dove le notizie non vengono approfondite. Per esempio, a Flint, nel Michigan, c’è stato un caso riguardante acqua inquinata che ha provocato danni cerebrali ai bambini, ma soltanto Erin Brockovich se ne è occupata”.