Come la bimba dal cappottino rosso, Schindler's List torna in sala nel Giorno della Memoria per scuotere le coscienze
"Chi salva una vita, salva il mondo intero."
Un'asserzione tanto potente quanto celebre, che conduce immediatamente il pensiero a quel capolavoro della Storia del Cinema dal titolo Schindler's List. Scritto e diretto da Steven Spielberg nel lontano 1993 (ma sbarcato in Italia nel 1994, per cui si festeggia nel 2019 il suo 25esimo anniversario) e basato sul romanzo di Thomas Keneally, il film si è guadagnato, tra i numerosi e meritatissimi riconoscimenti, ben sette Premi Oscar - Miglior Film, Miglior Regia, Migliore sceneggiatura non originale, Migliore fotografia, Migliore scenografia, Miglior montaggio, Miglior colonna sonora - ed ha posto per sempre un segno non solo nella ricca filmografia del cineasta originario di Cincinnati, quanto piuttosto nell'immaginario di tutti coloro che con il (suo) cinema sono cresciuti, maturati, e che all'epoca si sono trovati davanti ad un'opera straordinaria, di rara eleganza ed intensità sia dal punto di vista narrativo che da quello puramente stilistico.
La scelta di girare in un bianco e nero pregno di significato, capace di insinuarsi in modo indelebile in ogni piega della storia, quasi a ribadire il concetto di bene vs male, viene presto messa in discussione - a scuotere coscienze ed attenzione ci pensa la celebre bambina col cappottino rosso - insinuando prima ed insistendo poi sulla possibilità di una cosiddetta "zona grigia", quella zona non ben definita di confine, dove può accadere che una vittima diventi carnefice e viceversa, ma può anche accadere che un appartenente di spicco al Partito Nazista rischi tutto, compresa la sua stessa esistenza, e salvi la vita di più di mille ebrei.
Nato nel 1908 nella Repubblica Ceca, Oskar Schindler è stato un importante imprenditore tedesco, ma nel corso della sua vita non sono mancati periodi di ribellione e di rischi, anticipatori forse di ciò che sarebbe divenuto poi uno degli atti di maggiore umanità in assoluto e che lo ha condotto ad essere riconosciuto, nel 1967, come "Giusto tra le Nazioni" (onorificenza conferita ai non-ebrei che hanno agito in modo eroico per salvare anche un solo ebreo dalla Shoah).
Ad interpretarlo sullo schermo è un maestoso Liam Neeson, che si fa carico e riesce a rendere tangibilmente ogni più intima sfumatura appartenente a questo uomo, diviso ma determinato a non perdere il lato umano di cui la natura lo ha dotato.
Nel corso degli oltre 190 minuti di durata, si viene condotti in una delle pagine più buie (forse la più buia) e terribili della storia dell'uomo, ed è forse per tale motivo che la pellicola viene considerata un tassello fondamentale ed imprescindibile della nostra cultura.
Conoscere, ricordare, diffondere, sono azioni che fanno parte dell'esistenza umana e che posseggono un'importanza assoluta all'interno di essa, ma vanno coltivate. Ecco perché è giusto ed apprezzabile che a 25 anni dall'uscita italiana, Schindler's List torni nuovamente in sala (per 4 giorni, dal 24 al 27 gennaio; mentre negli Stati Uniti ha avuto un solo giorno di programmazione, il 7 dicembre 2018) in occasione del Giorno della Memoria.