Ciao Jerry

Molti ricorderanno Jerry Lewis come l'idiota che metteva nei guai Dean Martin in quei film “antichi” fatti solo di gag e canzoni ma visto che, sotto una maschera, si nasconde sempre un mondo spesso opposto al comico, sarebbe giusto sapere che questo grandissimo artista di mondi ne ha svelati tanti. Primo perché ogni suo racconto includeva tanti personaggi che apparentemente avevano la stessa faccia. Secondo perché il suo cinema, tecnicamente parlando, apriva finestre che fino allora erano state chiuse. Terzo perché la sua poetica è stata sempre un affare collettivo dove gli affetti contavano quanto le capacità.

Si potrebbe parlare del fatto che, in un film capolavoro, il Nostro si sdoppia in 8 personaggi, o del fatto che fu il primo ad usare sul set quel monitor che ancora oggi è elemento essenziale di ogni lavoro che abbia a che fare col cinema, oppure del fatto che con il suo Telethon donò miliardi alla ricerca spesso bistrattata da quelli che stanno in alto. Lewis era tutto questo e tanto di più e nonostante le ultime esternazioni che non facevano ridere nessuno era, e sempre rimarrà, un grandissimo comico. Forse solo di questo dovremmo parlare perché quel mestiere lì non è facile per niente e lui, dai duetti con il compagno di gioventù, passando per uno dei più grandi omaggi fatti al Cinema muto  (Ragazzo Tuttofare, 1960) fino ad arrivare all'autocelebrazione (Re Per Una Notte, 1983), lo ha fatto magnificamente.

Trait d'union tra quei rulli senza parole in bianco e nero e l'attualissimo cinema demenziale (il primo Jim Carrey sta sempre lì a ricordarcelo), Jerry Lewis è anche il collante tra noi quando eravamo bambini e noi come siamo adesso. Quei personaggi che fanno un casino ogni volta che si muovono ma che riescono a svelare una profondità che forse è più forte proprio perché viene direttamente dal banale. È la comicità delle torte in faccia ma è anche la drammaticità di un uomo diviso a metà. E se nei cassetti che forse non si apriranno mai, c'è anche quel film in cui un clown accompagna i bambini nelle camere a gas (The Day The Clown Cried) è perché il mondo non è solo bianco o solo nero e il pagliaccio (in senso buono) sta lì ad alleviarci  la storia.

Esiste una foto straordinaria di Stanlio, il comico più poeticamente vicino a Jerry,  davanti ad uno specchio nel momento in cui si è appena tolto il cerone dal volto, quasi a svelare il trucco. Per noi il trucco si è svelato qualche giorno fa, alla notizia che quel tipo strano che tutti pensavano picchiatello (e io pensavo eterno) se ne è andato chissà dove. Stavolta non importa quello che c'è dietro, grazie per le risate. E grazie per sempre.