Anche gli astronauti si ammalano: Astrosamantha e la conferenza via skype
Presso La Casa del Cinema di Roma, in occasione della proiezione stampa del documentario Astrosamantha – La Donna dei Record nello Spazio - nelle sale italiane per due soli giorni, 1 e 2 Marzo - oltre al regista Gianluca Cerasola e alla voce narrante Giancarlo Giannini, avremmo dovuto incontrare l’ingegnere, pilota militare nonché astronauta, Samantha Cristoforetti: la prima donna italiana a far parte degli equipaggi dell’ESA. Purtroppo però… anche i cosmonauti a volte si ammalano.
Nata a Milano, ma cresciuta a Malè in provincia di Trento, la Cristoforetti nel luglio 2012 fu assegnata alla missione “Futura” a bordo della ISS (Stazione Spaziale Internazionale). Il lancio della navicella Soyuz ebbe luogo il 23 Novembre 2014 con ritorno previsto il 14 maggio 2015. Ma, a causa di un incidente alla navetta cargo Progress, il rientro sulla Terra avvenne con un ritardo di 27 giorni. Grazie a quell’inconveniente, Samantha, con la sua permanenza nello spazio di 199 giorni, 16 ore e 42 minuti, ha battuto una serie di record che segnano la storia dell’esplorazione spaziale.
Nel suo documentario, Cerasola, seguendo con la macchina da presa le diverse fasi di preparazione della missione, rivela al pubblico il duro lavoro, la vita e le nuove abitudini di una donna fuori dal comune. Una donna che, nonostante un momentaneo problema di salute le abbia impedito di essere presente a Roma in carne e ossa, ha voluto comunque partecipare alla conferenza stampa a modo suo: via Skype.
Così, dopo un’iniziale delusione del parterre, il volto sorridente di Samantha è apparso come per magia sul grande schermo, e uno spontaneo quanto fragoroso applauso ha interrotto le troppe chiacchiere da salotto d’attesa. La star woman nostrana, non potendo parlare perché afona, scrive in chat che: “Lo spazio mi manca molto ma cerco di non pensarci troppo, preferisco concentrarmi sul presente e sul futuro, anche se spero di poter presto far parte di una nuova missione”. E come darle torto? Come si può non sentire la mancanza di un’esperienza elettrizzante come quella di vivere per oltre 200 giorni a 400 chilometri dalla Terra? Già, forse non lo sapevate, ma la Stazione Spaziale Internazionale è più vicina di quanto si possa pensare: orbita intorno al nostro pianeta a una distanza simile a quella tra Roma e La Spezia! Eppure, il panorama che si osserva da lassù lo si immagina straordinario e mai ripetitivo, come infatti subito conferma la diretta protagonista: “Quando pensi di aver visto tutto, dopo 6 mesi che sei nello spazio, all’improvviso scopri cose che ancora ti sorprendono, ma l’immagine che più mi ha creato emozione è stata quella dei pannelli dell’ISS nel momento dell’avvicinamento”. Proprio come per noi, comunissimi mortali, quando intravediamo i contorni di casa dopo un lungo viaggio!
E riguardo alla paura? Possibile che il subire un’accelerazione da 0 a 13250 km orari in soli 9 minuti non provochi terrore puro? “Mi aspettavo di avere paura nel momento dell’accensione dei motori in rampa di lancio, però non è stato così. Anzi, è stato un momento di grande gioia e serenità. Credo che accettiamo i rischi come parte normale del nostro lavoro. Un po’ come tutti noi accettiamo il rischio di un incidente stradale quando ci mettiamo in macchina”. Effettivamente, guidare per le strade romane anche solo alla velocità di 60 Km l’ora, è un grande pericolo! A dare manforte alle parole della Cristoforetti sono stati sia il regista che Giancarlo Giannini: il primo dicendo: “Ho seguito per tre anni il mondo della NASA e mi sono reso conto che il vocabolo paura non fa parte del loro dizionario”, il secondo affermando: “Uno che ha scelto di andare nello spazio non può avere paura, si ha la gioia di farlo, se avessero scelto me io sarei andato con immensa felicità. Va bene… accendi il motore e muori… e chi se ne importa, l’allegria di poter fare qualcosa di unico non ha prezzo”. Certo, a parole siamo tutti bravi, ma nei fatti? Nei fatti, per ora, gli astronauti italiani impegnati in missioni spaziali sono stati soltanto sette! Però, in compenso, l’attore ligure ci racconta che avrebbe voluto fare il pilota e che tutte le notti si addormenta pensando alle stelle…
Il 21 Luglio del 2011 lo Space Shuttle portò a termine la sua ultima missione, un vero peccato per la Cristoforetti: “Mi sarebbe piaciuto volare sullo Space Shuttle, speriamo in una missione cislunare, credo che ci saranno astronauti europei in queste missioni previste per il 2020… quindi chissà!”. E noi facciamo tutti il tifo per lei: super donna tra gli uomini. Attenzione però a parlare di differenze tra sessi nello spazio, perché Cerasola ci fa notare che Samantha si innervosisce molto quando si tocca quest’argomento: l’addestramento è identico per tutti, uomini o donne che siano.
E la pioggia? Sarà mancato ad Astrosamantha (ormai così soprannominata) il dolce suono delle gocce d’acqua che cadono dal cielo? Lei ride e scrive: “No, ma un giorno abbiamo messo il suono della pioggia nell’intera Stazione Spaziale. Però di sicuro mi mancava qualcosa di molto simile… la doccia! Siamo esseri umani anche lassù, abbiamo le stesse necessità fisiche. Le cose più divertenti sono state ricreare le feste terrestri, Natale e Capodanno”. Altro che pioggia e pioggia: il romanticismo tra cosmonauti non è di casa!
Il collegamento con Samantha è agli sgoccioli e la platea ha giusto il tempo di salutarla con un nuovo caloroso applauso. L’uscita di Astrosamantha è un avvenimento cinematografico da non perdere, un evento dedicato ai sognatori delusi e a chi invece non ha ancora smesso di sognare perché nella vita tutto può accadere… basta impegnarsi e non cercare scorciatoie!