Alien, la saga...
La Fox, quella che ha avuto per le mani i primi veri franchise multimiliardari, Star Wars e 007 (con MGM) per intenderci, si è accorta di avere un altro gioiellino in mano: Alien. Inizialmente non ci aveva fatto molto caso, vuoi perché il primo e il secondo sono un po' slegati tra loro, non fosse che per l'alieno. Vuoi che il terzo è stato un bagno di sangue con Fincher che lo ha disconosciuto e si è persino rifiutato di fare una director's cut per l'edizione dell'anniversario... vuoi questo, vuoi quello, per 20 anni non ci si è pensato più.
Poi Ridley Scott in persona si è svegliato e ha detto: farò un prequel!
E da lì tutta in discesa.
Ma veniamo ai freddi numeri: la saga di Alien è fatta da 8 pezzi, 4 compongono una sorta di primo blocco: Alien (1979), Aliens – Scontro Finale (1986), Alien3 (1992) e Alien – La clonazione (1997), tutti con la stessa protagonista: Sigourney Weaver.
Poi qualcuno, grazie anche al successo di Predator e dei fumetti Dark Horse, decide di ibridare ed escono Alien vs. Predator (2004) e il suo sequel Alien vs. Predator 2 (2007) in cui i temibili alieni si scontrano con la razza dei cacciatori. Risultato non epocale, ad essere generosi.
Poi, come detto, nel 2012 Ridley Scott arriva e butta sul piatto Prometheus, con mossa furbetta dice che non è direttamente collegato alla saga, ma ambientato nello stesso universo, ribadisce che è un film a se stante in cui esplora delle pieghe inattese e va dicendo, ma in realtà lavorava per... Alien: Covenant!
E ne farà un altro per chiudere il cerchio. Evviva! Speriamo solo che l'dea non venga quelli di Predator.
Alien (Ridley Scott - 1979) - Praticamente "10 piccoli indiani" in un'astronave, con la sola differenza che sappiamo bene chi è che ammazza anche se non lo vediamo mai bene. Venduto come un film di fantascienza al grande pubblico, di fatto è un thriller claustrofobico con tanto di maniaco omicida... alieno.
Le due grandi innovazioni del regista anglosassone sono: un'eroina donna forte e volitiva e un'astronave sporca e "usata" dopo che 2001: Odissea nello spazio aveva stabilito i canoni del bianco/pulito come codice convenzionale per lo spazio profondo.
Nel cast oltre a Sigurney Weaver (che verrà lanciata nello stardom proprio con questo film), troviamo anche Ian "Bilbo" Holm, John "Olivander" Hurt e Harry Dean "Mente" Stanton.
Un film che non ha minimamente risentito del passare del tempo anche grazie all'iconografia sncita da H.R. Giger, il disegnatore che ha creato le sembianze dell'alieno poi realizzato da Rambaldi.
Aliens – Scontro Finale (James Cameron - 1986) - Per il secondo capitolo si cambia registro in maniera repentina. Da un piccolo film in ambiente circoscritto, si passa ad un kolossal di ampio respiro, mezzi e ambientazione. La fantascienza nel più ampio concetto.
Il cambio di regia rende questo secondo film qualcosa di totalmente diverso, l'unico anello di congiunzione è l'alieno, anzi gli alieni!
La stessa Ripley ha rischiato di non essere presente, perché la Weaver stava tirando un po' la corda, ma Cameron, fingendo di cambiare sceneggiatura a favore di Schwarzenegger, la tirò dentro, rendendola immortale e facendole guadagnare una nomination all'Oscar (la prima per un'eroina d'azione).
Lance Henriksen da le sembianze al "sintetico" (l'androide) della spedizione, ruolo che verrà ripreso in seguito, cambiando decisamente la sua personalità.
Alien3 (David Fincher - 1992) - Dopo due registi come quelli lì, era veramente complesso sceglierne uno nuovo, ma Cameron aveva appena ripreso il suo Terminator e Ridley Scott si beava con l'Oscar di Thelma & Louise. La scelta cade così su un regista di videoclip dal talento straordinario, non per niente lo usava Madonna, David Fincher. Il problema è che Fincher ha una personalità troppo forte e idee troppo chiare per lavorare su un kolossal di uno Studio. La Fox vuole mantenere il controllo, lui non ne vuol sapere e il risultato, seppur godibile, non è quello che avrebbero voluto né Fincher, né la Fox. Lui su limiterà a dare i ciak e poi mollerà tutto nelle mani dei produttori che monteranno il girato come pare a loro. Quest'assurda diatriba ha fatto si che lo script fosse riscritto così tante volte, mentre stavano girando (!), che ci sono 7 milioni di dollari di set mai utilizzati.
Fincher e la Fox non si parleranno mai più, mai.
Il film di Fincher è cupo e disperato, in un futuro dove l'uomo non sembra più essere il motore dell'universo. L'aspetto del set è quasi medioevale, una sorta di catacomba dove si consuma la lotta per sopravvivere che ricorda molto il primo Alien. In finale quello che penalizza di più l'opera è il confronto con i suoi predecessori.
Il finale sembrerebbe essere definitivo, quanto meno per la protagonista... sembrerebbe.
Alien – La clonazione (Jean-Pierre Jeunet - 1997) - Dopo la drammatica esperienza fincheriana, viene chiamato a dirigere un regista visionario, ma di grande esperienza. Il francese Jeunet di Delicatessen, e in seguito di Amelié. Non essendo maestro del cinema d'azione o del kolossal spettacolare, l'intento è chiaro: confezionare un film fatto anche di persone, anche se lui non spiccica una sola parola d'inglese. 60 milioni di budget (di cui 11 alla Weaver) e si parte.
Effettivamente il cast è spettacolare, la storia più o meno regge e, non dovendosi confrontare con un predecessore troppo pesante, se la cava benino, accomiatando Ripley.
Sarebbe dovuta finire così, ma poi, come detto... Prometheus nel 2012, dove un gruppo di esploratori si imbatte - anni prima di Alien - in quelli che potrebbero essere i resti della civiltà che ha dato vita alla terribili creature.
Prometheus ha un cast stellare e tanta voglia di far bene, unita ad idee, ma qualcosa non funziona nello sviluppo della trama e convince poco.
Michael Fassbender sarà una pedina fondamentale, come nuovo "sintetico" dell'equipaggio e sembra che sarà chiave anche nel nuovo Alien: Covenant.
Abbiamo volutamente lasciato da parte Alien vs. Predator (Paul W.S. Anderson - 2004) e il ben peggiore Alien vs. Predator 2 (fratelli Strause - 2007) che a parte la presenzadi Raul Bova, nel primo, non hanno motivo di essere ricordati, non fosse altro che per il fatto che sono totalmente fuori continuity.