Alice nella Città : Bellissime e This is not cricket, due realtà a confronto
Ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma che da sempre si interessa ai temi legati alle giovani generazioni, tra le numerose proiezioni della giornata erano in programma anche due documentari presenti in Panorama Italia: This is not cricket di Jacopo de Bertoldi e Bellissime di Elisa Amoruso, salita alle cronache per il suo Chiara Ferragni – Unposted. Ora, sarà sicuramente stato il caso a far sì che entrambe le opere venissero proiettate nel medesimo giorno, ma resta il fatto che questa circostanza faccia un po’ sorridere. Già, perché le storie mostrate da de Bertoldi e dalla Amoruso rappresentano due realtà contrapposte, due mondi sideralmente lontani destinati a non incontrarsi mai: universi paralleli che convivono ignorandosi a vicenda.
In This is not cricket, quasi interamente girato a Roma, si narrano le vicende di Fernando, un giovane cresciuto dalla zia, una colf nostalgica dell’MSI di Almirante, e del suo amico Shince, trasferitosi con la famiglia dall’India all’Italia quando era ancora piccolo. Amici da sempre, conosciutisi giocando in un campo da cricket, Fernando e Shince affronteranno insieme il passaggio dalla fase dell’infanzia/adolescenza, spensierata e allegra, a quello della cosiddetta età adulta. Partendo dalla lotta per la sopravvivenza del Piazza Vittorio Cricket Club - squadra sportiva multiculturale dove bambini, ragazzi e persone adulte partecipano ad amichevoli e tornei nazionali, oltre che ad attività che riguardano l’integrazione, la cooperazione e l’antirazzismo -, i due amici sfideranno con i loro vent’anni una città sempre più avara di opportunità, una metropoli dove l’integrazione fra culture diverse sembra essere diventata impossibile: triste specchio di una ‘società emarginante’.
“Quando anni fa ho conosciuto Shince e Fernando - spiega de Bertoldi - non sapevo che sarebbero diventati i protagonisti di questo documentario. In Italia scoppiava in quel periodo la questione migratoria, almeno quella dal volto più crudo, quella delle prime grandi stragi di migranti nel Mediterraneo e l’Italia cominciava ad assaggiare la propaganda xenofoba delle destre. Io arrivavo da una lunga esperienza di lavoro negli Stati Uniti dove multiculturalità e mescolanza etnica sono un dato di fatto e avvertivo asfissiante il clima che si cominciava a respirare in Italia. Con il tempo mi sono innamorato di questi due ragazzi, Fernando e Shince, e soprattutto della loro amicizia che nella mia immaginazione abbatteva in un colpo solo quei muri che, a velocità sorprendente, si stavano formando dentro la società italiana, tra ‘noi’ e chi viene da altri spazi, e lo faceva con quella semplicità e quella leggerezza che in tema di amicizia solo gli adolescenti sanno avere. This is not cricket, infatti, è una storia fatta di piccole quotidianità, è il percorso formativo di due ragazzi che come tanti altri affrontano la vita con la capacità viva di sognare senza lasciarsi abbattere dalle difficoltà”.
Anche in Bellissime si parla di sogni, ma nulla hanno a che vedere con quelli di Fernando e Shince. Tratto dall’omonimo libro-inchiesta di Flavia Piccinni, l’opera di Elisa Amoruso è una riflessione sul culto dell’apparire in cui si racconta la storia di mamma Cristina, che per mantenersi in forma si allena facendo pole dance, e delle sue biondissime tre figlie: Giovanna, Francesca e Valentina. La prima è una ventenne attraente che nei primi anni Duemila è stata la baby modella più richiesta d’Italia, la seconda, diciannovenne, è invece stata tagliata fuori dalle misure minime, mentre la terza, diciottenne, ha un’unica grande aspirazione, quella di partecipare al reality Il Collegio. Il segno distintivo che unisce queste 4 donne è chiaro fin da subito: la Bellezza. In questa sfrenata rincorsa alla ricerca dell’apparenza, dove a seconda dei casi lo specchio si trasforma nel tuo migliore o peggiore amico, l’avvenenza diviene esistenza: appaio bella, dunque sono. E se per mamma Cristina l’importante è che le sue ragazze vengano notate e raggiungano il successo che meritano, diventando ad esempio delle famose influencer (piccole Ferragni crescono!), per Giovanna, Francesca e Valentina il sogno è quello di avere un posto sotto le luci della ribalta, e che queste luci illuminino le passerelle di moda, i concorsi di bellezza o i set fotografici e televisivi poco importa, perché ciò che conta è che tutti i riflettori siano puntati su di loro. Certo, a fine proiezione il pensiero andrà al personaggio di Maddalena Cecconi, inarrivabile Anna Magnani in Bellissima di Luchino Visconti, ma è pur vero che in un attimo quel azzardato paragone svanirà... come, d'altronde, è giusto che sia.
Jacopo de Bertoldi e Chiara Amoruso mostrano dunque al pubblico due realtà interessanti e profondamente differenti, eppure, a ben vedere, questi spaccati di vita quotidiana potrebbero avere un’origine comune: una società inaridita, superficiale, zoppicante ed ermeticamente chiusa in se stessa.