The Rocky Horror Picture Show: bocconcini curiosi su attori e personaggi da assaporare sotto l’ombrellone. Parte 2
Riprendendo il viaggio - iniziato nella prima parte di questo Special - attraverso curiosità e aneddoti sulle origini di The Rocky Horror Picture Show e su alcuni suoi personaggi e attori, l'avventura continua...
Riff Raff, Magenta, Columbia – Richard O’Brien, Patricia Quinn, Nell Campbell:
Richard O’Brien, Patricia Quinn, e Nell Campbell, come anche Tim Curry, interpretano nel film gli stessi ruoli ricoperti nel musical del 1973. Per fortuna allora già esisteva il motto squadra vincente, non si cambia…
Riff Raff e Magenta… fratelli incestuosi?
Non vorremmo deludere nessuno, ma il supposto rapporto incestuoso tra fratelli non fu mai confermato dal team di The Rocky Horror Picture Show. È vero, gli ammiccamenti tra Magenta e Riff Raff - in inglese feccia o canaglia - potrebbero far credere altro, però così non è. E se O’Brien non smentì mai queste voci, a spazzar via ogni dubbio ci pensò la Campbell, chiarendo che il termine elbow sex (anche detto elbow fuck), letteralmente sesso con i gomiti, fu inventato dai fans per spiegare quello strano modo con cui il maggiordomo e la cameriera erano soliti salutarsi, per l’appunto con i gomiti!
Riff Raff senza pavimento
A causa di un budget non propriamente stellare le carenze sceniche misero a rischio lo stesso Richard O’Brien. L’autore/attore racconta infatti che quando Riff Raff venne inquadrato per la prima volta, nella stanza non c’era pavimento e lui fu quindi costretto a fare l’equilibrista su una instabile trave posta sotto i suoi piedi: ingresso in scena col brivido, e non soltanto per gli spettatori!
Lo scheletro nel pendolo-bara alle spalle di Riff Raff
In The Rocky Horror Picture Show tutto è allegoria, eccesso e parodia. Il Time Warp, ballo che con un colpo di bacino sovverte ogni regola, comincia con l’omonimo brano cantato nelle battute iniziali da Riff Raff: “It's astounding, time is fleeting, Madness takes its toll. But listen closely...”, che si traducono in: "È stupefacente, il tempo sfugge, la pazzia riscuote il suo compenso, ma ascoltate attentamente…". Alle sue spalle troneggia un coffin-clock, ossia un pendolo-bara… al cui interno si trova un vero scheletro umano! Quelle ossa appartenevano alla vecchia signora che commissionò la pendola, pendola che nel 2002 verrà venduta ad un'asta di Sotheby's per 35.000 dollari: ovviamente, senza scheletro!
Patricia Quinn e i suoi capelli
Per ottenere la giusta nuance dei capelli di Magenta, il color magenta, Patricia Quinn dovette sottostare giornalmente a continue spruzzate di rosso ad opera del parrucchiere. Verso la fine del film la capigliatura del suo personaggio però cambia, l’acconciatura spettinata lascia infatti il posto a una cotonatura striata di bianco identica a quella utilizzata da Elsa Lanchester in La Moglie di Frankenstein, pellicola horror gotica del 1935 diretta da James Whale. La vera essenza della transilvana è ormai venuta allo scoperto, che la vendetta abbia corso.
Voce e labbra della storica sigla iniziale
Le fluttuanti labbra rosso sangue che cantano il pezzo iniziale del film, “Science Fiction Double Feature”, furono ispirate dal dipinto del 1936 di Man Ray, The Lovers. Quando Patricia Quinn, che nel musical del 1973 aveva interpretato quel brano, seppe che a prendere il suo posto sarebbe stato O’Brien, abbandonò le riprese. Alla fine fu però raggiunto un compromesso, la bocca sarebbe stata della Quinn e la voce di O’Brien: mai patto fu più indovinato!
La bocca del poster non è quella della Quinn
Nello stesso anno d’uscita di TRHPS arrivava nelle sale Lo Squalo di Spielberg. Gli addetti al marketing ebbero allora una trovata geniale, chiesero alla modella di Playboy, Lorelei Shark, di prestare la sua bocca vermiglia per la locandina, su cui, a caratteri bianchi, era scritto: un altro tipo di fauci.
Magenta e Columbia un unico personaggio
Originariamente Columbia e Magenta avrebbero dovuto essere un unico personaggio femminile. Jim Sharman, che era amico di Marianne Faithfull, voleva affidarle la parte, ma aveva già promesso il ruolo a Nell Campbell. Affinché la cantante, ex compagna di Mick Jagger, potesse comunque partecipare al musical, si rimise mano alla sceneggiatura e fu creata Magenta. Peccato però che la Faithfull, a quel tempo persa nei suoi trip allucinogeni, decidesse di partire per l’India: Patricia Quinn ancora ringrazia!
Columbia, l’omaggio a Liza Minnelli, Marlene Dietrich, ed Helmut Berger
Nel film le citazioni e gli omaggi alle grandi dive/i sono numerosi. La groupie del Dr. Frank-N-Furter, ad esempio, appare vestita come Liza Minnelli in Cabaret, con le uniche differenze che la sua mise invece di essere nera è uno scintillio di colori, e al posto della bombetta usa una tuba dorata: una via di mezzo tra la Dietrich de L’Angelo Azzurro, e il Berger di La Caduta degli Dei.
Perché si chiama Columbia?
Molto probabilmente la scelta di questo nome è un atto di ossequio verso la Columbia Production che, tra i suoi lavori, annoverava opere quali: Improvvisamente l’Estate Scorsa, film di Mankiewicz del 1959 in cui si parla di omosessualità; Il Dottor Stranamore di Kubrick, dove Peter Sellers impersona uno scienziato pazzo in sedia a rotelle, proprio come il dottor Scott di TRHPS; Il Selvaggio, di László Benedek, il cui poster ritroviamo in camera di Columbia con l’immagine del motociclista Eddie al posto di Marlon Brando.
I capezzoli irriverenti di Columbia
Per un attimo, mentre Columbia si dimena, si scorgono i capezzoli di Nell Campbell. Per anni si è creduto che l’episodio fosse fortuito, ma la Campbell rivelò in seguito che la scena era stata studiata nei minimi dettagli: la Sarandon aveva dato forfait con i nudi? Niente paura, ci pensa Nell.
Freddy Mercury e Nell Campbell vicini di negozio
Trasferitasi dall’Australia a Londra, Nell Campbell nel 1970 lavorava come commessa nel negozio di abiti vintage dei genitori, nella zona del Kensington Market. Il suo dirimpettaio era un certo Farrokh Bulsara, un giovane musicista che si divertiva a vendere capi d’abbigliamento da lui creati. Per arrotondare le entrate la Campbell si esibiva come ballerina di tiptap nei locali e per le strade londinesi, e fu proprio durante una di quelle serate che Jim Sharman la notò. Di lì a poco Farrokh sarebbe diventato l’indimenticabile Freddy Mercury e Nell, Columbia: quanto belle sono le coincidenze!
Rocky, Eddie, il Dr. Scott, il Criminologo narratore – Peter Hinwood, Meat Loaf, Jonathan Adams, Charles Gray:
Alla ricerca di Rocky
Negli anni Settanta non era facile trovare attori britannici con fisici mozzafiato. Per ovviare a questo inconveniente Richard O’Brien e Patricia Quinn, in cerca del Rocky perfetto, perlustrarono inutilmente le palestre più glamour di Londra. Quando avevano ormai perso le speranze ecco che, davanti a un piccolo gymnasium, si materializzò Peter Hinwood in tutto il suo scultoreo splendore: Rocky is coming!
Peter Hinwood era stonato
Il culturista inglese – apparso verso fine anni Sessanta in una miniserie TV nei panni del dio Hermes, e con una carriera di modello alle spalle – era purtroppo tanto bello quanto stonato. Jim Sharman, senza farsi prendere dal panico, in fase di post-produzione chiamò il cantante australiano Trevor White, che non solo interpretò tutti i brani di Rocky/Hinwood, ma ne doppiò anche la voce nei dialoghi: “bello ma non balla” sostituito da… “bello ma non parla”!
Parodia della propaganda nazista
Magenta, colpita dai biondi capelli e dagli azzurri occhi di Rocky, si rivolge al Dr. Frank-N-Furter con queste parole: “Is a triumph of your will” (è un trionfo della tua volontà). È bene sapere che Triumph of the Will, della regista tedesca Leni Riefenstahl, è il titolo di un film del 1935 dove si esalta la supremazia della razza ariana. Rocky: simbolo della distorsione nazista della teoria del superuomo nietzschiano?
Gli hot pants dorati di Rocky in vendita
Nel 1994, trovati in uno dei suoi vecchi bauli gli hot pants dorati indossati nel film, senza alcuna esitazione Peter Hinwood li mise all’asta. Acquistati dal proprietario della catena degli Hard Rock Cafè per 1000 dollari, è ancor oggi possibile vederli incorniciati nell’Hard Rock di Orlando, Florida.
Il non-ombelico di Rocky
Essendo nato in laboratorio, Rocky non possedeva l'ombelico. Per nasconderlo, Peter Hinwood dovette portare per l’intera durata del film un fastidioso tassello di plastica fatto apposta per celarlo: altro che effetti speciali!
Meat Loaf scappa dal teatro
Per la première americana del musical, Jim Sharman, voleva scritturare per il ruolo di Eddie il rocker statunitense Meat Loaf. Invitato in teatro ad assistere alle prove, il cantante fuggì a gambe levate non appena vide apparire sul palcoscenico Tim Curry in guepiere, boa di struzzo e frustino. Graham Jarvis, l’attore che interpretava il criminologo, rincorrendolo fino all’esterno del Roxy Theater di Los Angeles lo convinse a rientrare per vedere almeno il primo tempo dell’opera: e fu subito… Eddie!
La mitica scena della cena
Nessuno degli attori che presero parte alla scena della cena in cui viene servita la carne di Eddie, era a conoscenza del fatto che Meat Loaf giacesse supino in una nicchia scavata nel tavolo. Quando, con un rapido gesto, Frank-N-Furter toglie la tovaglia scoprendo il cadavere di Eddie, l’intero cast fa un salto indietro urlando per lo spavento. Gli unici informati del macabro scherzetto erano O’Brien, Curry e, ovviamente, Meat Loaf: piccoli trastulli tra amici.
Meat Loaf ha paura di andare in moto
Ebbene sì, nonostante il cantante americano abbia in garage una Harley-Davidson Road King e una Triumph Bonneville… non le ha mai guidate. Ci si siede sopra e le rimira! A causa del suo terrore per le due ruote la produzione fu costretta a utilizzare uno stuntman per girare le scene in cui Meat Loaf appare in sella alla moto. E pensare che il suo ruolo è quello di Eddie… il motociclista!
Il Dottor Scott sfonda la parete
Il set del laboratorio non aveva una porta d’ingresso. Jonathan Adams, il dottor Scott, per accedervi fu dunque costretto a sfondare con la sedia a rotelle una parete di duro cartongesso: necessità fa comicità!
Russell Crowe tra Eddie e il Dottor Scott
In pochi sanno che anche il premio Oscar Russel Crowe rimase affascinato dal TRHPS. In gioventù rivestì infatti il doppio ruolo di Eddie e del dottor Scott nella versione teatrale australiana: un futuro gladiatore in chiave rock.
Vincent Price nei panni del criminologo narratore?
A Vincent Price, la leggenda dell’horror, era stata offerta la parte del criminologo narratore, i suoi impegni cinematografici gli impedirono però di entrare nel cast.
Che fine ha fatto il cast?
Finita l’esperienza del TRHPS, Richard O’Brien (Riff Raff), oltre a scrivere diversi musical e recitare in alcuni film, ha sceneggiato Shock Treatment, disastroso sequel del capolavoro del 1975. Nonostante tre matrimoni e altrettanti figli, O’ Brien usa definirsi transgender, 70% uomo e 30% donna. Oggi, all’età di 74 anni, vive in Nuova Zelanda insieme alla terza moglie, la trentottenne Sabrina Graf.
Il regista Jim Sharman, che nel suo Paese, l’Australia, diventò un famoso direttore teatrale, per quanto riguarda il cinema si mise dietro la macchina da presa in tre sole altre occasioni. Una delle quali fu la regia del sopra citato Shock Treatment. Nel 2008 pubblicò le sue memorie in un libro dal titolo Blood and Tinsel, dove parlò per la prima volta della sua esperienza nel TRHPS.
Tim Curry dopo il suo debutto nel TRHPS Tim Curry (Frank-N-Furter), apparve ancora in numerosi film. Chi di voi lo ha riconosciuto nelle vesti dell’arguto maggiordomo Wadsworth in Signori, il delitto è servito, o nei panni dell’ufficiale medico in Caccia a ottobre Rosso? Soprannominato il gatto del Cheshire, sia perché lì è nato, sia per il suo particolare sorriso che molto ricorda quello dello Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie, Tim Curry, colpito da un ictus nel 2013, vive a Los Angeles con l’amato cane Frank: e in che altro modo avrebbe potuto chiamarlo?
La carriera cinematografica di Susan Sarandon (Janet), all’anagrafe Susan Abigail Tomalin, è costellata di grandi successi: da Thelma e Louise fino a Dead Man Walking - Condannato a morte, con cui nel 1996 ottenne il premio Oscar come miglior attrice. La Sarandon ha affermato più volte di non volere toccare l’argomento TRHPS, i ricordi di quel periodo, legati soprattutto alla polmonite, non sono per lei piacevoli.
Barry Bostwick (Brad), che non divenne mai una star, si dedicò molto al teatro e alla televisione, vincendo peraltro nel 1977 un Tony Awards come miglior attore nel Musical The Robber Bridegroom, e nel 1989 un Golden Globe Awards come miglior attore non protagonista nella mini serie TV War and Remembrance.
Neppure Patricia Quinn (Magenta) brillò sul grande schermo, sono pochi infatti i ruoli da lei interpretati dopo TRHPS. In compenso sposò l’attore Robert Stephens che, nominato cavaliere, lasciò alla Quinn il titolo di Lady Stephens.
Dopo il successo ottenuto con TRHPS, Nell Campbell (Columbia) venne messa sotto contratto dalla A&M Records, continuando al tempo stesso a recitare in commedie musicali teatrali. Negli anni Novanta aprì a New York un nightclub e due ristoranti. Nel 2000 vendette tutto, compresa la sua villa di Brooklyn, e nel 2005 si trasferì insieme alla figlia nel suo Paese natio, l’Australia.
Nel 1977, a distanza di 2 anni da TRHPS, Meat Loaf (Eddie) – nome d’arte di Marvin Lee Aday – incise l’album che lo porterà nell’Olimpo discografico, Bat Out of Hell, uno dei dischi più venduti della storia del rock. Apparso in oltre 50 tra film e spettacoli televisivi, la sua fama è comunque legata alla sua musica.
Peter Hinwood (Rocky) smise di fare l’attore e divenne un apprezzato antiquario. Ancora oggi prova imbarazzo per il ruolo svolto in TRHPS.
Jonathan Adams (Dr. Scott) e Charles Gray (il criminologo), entrambi deceduti negli anni 2000, non si vergognarono mai per la loro partecipazione a TRHPS, anzi, raccontarono di essersi divertiti follemente.
“Don’t dream it, be it”, “Non sognarlo, vivilo” urla Frank-N-Furter: nel lontano 1975 la liberazione sessuale è finalmente giunta...