Prima di Lunedì: Vincenzo Salemme e il cast raccontano il film

Questo film è nato da un soggetto che mi è stato portato qualche anno fa da Fabio Troiano e Giuseppe Lo Console ed era una storia assurda. Prima, però, abbiamo realizzato Non c’è 2 senza te, poi, il relativo successo di quello ha consentito il concepimento di questa operazione. E devo dire che ho avuto un cast molto eccentrico, mi divertiva vedere sulla locandina tutti questi attori diversi. In un certo senso, si tratta di un road movie abortito, perché vi è ogni volta questa partenza rinviata. Alla fine, però, si trasforma in una sorta di road movie esistenzialista, nel senso che il percorso lo fanno tutti i personaggi dentro se stessi. Stiamo parlando di un uovo di Pasqua che deve essere consegnato, un’idea molt o straniante, però, poi ci credi, perché il percorso emotivo è quello nel quale tutti si identificano. L’uovo è solo un pretesto, la cosa più importante è la ricerca di loro stessi, del loro equilibrio. Eravamo partiti dalle relazioni umane, era interessante che fossero come degli elastici: si tendono, si riavvicinano, si allontanano, però, hanno sempre un filo che le unisce. Ad un certo punto, tra l’altro, non sapevamo come far finire il film. Eravamo ad un festival a Cortina e abbiamo fatto insieme un pranzo, quindi ci è venuta questa idea dell’uovo di dinosauro rubato, che, poi, è ispirata ad una storia vera”.

Regista de Il giorno +bello e di Non c’è 2 senza te, entrambi interpretati da Fabio Troiano, a parlare alla stampa è Massimo Cappelli in occasione dell’uscita della sua nuova fatica dietro la macchina da presa: Prima di Lunedì, distribuito da Koch Media a partire dal 22 Settembre 2016 e su cui aggiunge qualcosa anche l’attore protagonista e co-sceneggiatore: “È un piacere fare un film con questo cast. Quando io e Massimo abbiamo scritto il personaggio di Carlito avevamo un’idea ben precisa, ma Salemme gli conferisce un valore aggiunto, come pure Sandra Milo e gli altri. Nei tre film che abbiamo fatto insieme, tra l’altro, Massimo mi ha fatto sposare con Violante Placido, con Belén Rodriguez e, ora, con Martina Stella. Con Violante, poi, alla quale ero legato nella realtà, mi sono lasciato, quindi questo è il risultato di fare film con Cappelli. Non sono sposato e, dopo questi film, non mi sposerò mai”.

Una Martina Stella che, tra l’altro, racconta di essere stata lasciata molto libera di esprimersi sul set, ricordando che era molto difficile in alcuni momenti non ridere a causa dei comici presenti; mentre Vincenzo Salemme, che dichiara di aver sentito una certa internazionalità quando ha letto la sceneggiatura, precisa: “A proposito di improvvisazioni, si può inventare solo se sotto vi è una buona struttura, ma è impossibile farlo su qualcosa che è debole. Secondo me, poi, gli attori non possono essere di pancia o altro, esistono quelli coraggiosi e non coraggiosi, quelli onesti e quelli falsi. Il bravo o non bravo non credo facciano parte del nostro lavoro, fatto più che altro di umanità. Una tecnica che poi controlli questa capacità di esprimere sentimenti umani. Su questo set, inoltre, ho conosciuto Sandra Milo che è un gigante, il manifesto del femminismo come piacerebbe a me, perché è intelligente, ironica e, se gli capita un deficiente davanti, lo smonta”.

E quest’ultima, il cui personaggio Chanel, in origine, non era una donna e faceva parte di una coppia gay, non è da meno: “Vincenzo Salemme è un artista, un poeta e, inoltre, lo trovo molto bello. Chanel è una donna che, sebbene comica, nasce con la voglia d’amore e lo cercherebbe anche da centenaria. Ha ottant’anni e lo cerca, lo vuole”.

Una Chanel che, oltretutto, omaggia Federico Fellini attraverso la frase “C’era un mio amico che amava tanto il circo” e viene contattata tramite internet dall’Andrea incarnato da Andrea Di Maria, il quale osserva ironicamente: “Il mio ruolo, in realtà, doveva ricoprirlo un altro attore, ma Scamarcio ha rifiutato, Raoul Bova era in ferie e, a quel punto, visto che non c’era più nessuno hanno chiamato me. Sono arrivato sul set senza sapere niente e, ancora adesso, non ho capito bene cosa ho fatto. Nel film sono Andrea, trentenne molto sensibile e che, come un po’ tutti i trentenni, che stanno in mezzo tra i ventenni e i quarantenni, è abbastanza in crisi. Si rifugia sul web e conosce questa meravigliosa donna che si chiama Chanel. E lei è uno dei motivi per i quali ho deciso di prendere parte a questo film, perché, se ti propongono come fidanzata Sandra Milo, che fai, rifiuti?”.

Sorpreso dal suo personaggio del cattivo lanciatore di coltelli, specialità che ammette di essere stato incapace di apprendere, Sergio Muniz, invece, doveva essere inizialmente uno zingaro dell’Est, poi trasformato in spagnolo a causa della propria nazionalità.

Altro elemento che arricchisce la nuova commedia cappelliana, a proposito di cui il regista conclude: “Visto che non lo farà mai dal vero, mi piace mettere Fabio nel contesto matrimoniale. Volevamo provare a fare qualcosa di diverso, che poi affonda fortemente nell’italianità, perché in Carlito io ho messo molte delle cose che penso, l’orgoglio delle nostre cose esaltate alla massima potenza. È stato un piacere vederlo interpretato da Vincenzo. Carlito rappresenta semplicemente il voler riscoprire le radici di un’italianità che, probabilmente, in qualche modo abbiamo perso. È chiaro, poi, che lui sia un malvivente, quindi, è su questo paradosso che giochiamo in base a ciò che dice. Trovare in questo momento il personaggio di un malvivente che nasce come ricettatore di opere d’arte e poi, probabilmente, se ne innamora, ci sembrava una cosa curiosa e buffa che, contemporaneamente, riusciva anche a dire alcune cose. Il valore aggiunto di Vincenzo, poi, si è rivelato in tutta la sua potenza nella scena del garage, quando si ferma davanti alla Volvo e hanno la discussione sulla fabbrica di mobili. Originariamente, nella sceneggiatura lui prendeva la mazza da golf e, urlando una serie di marche di mobili svedesi, sfasciava tutti i vetri della macchina. Sulla carta era divertente, ma renderla sarebbe stato più complesso, quindi, esattamente una sera prima, Vincenzo ha avuto l’idea geniale della scritta ‘Cesso svedese’ e la mattina è venuto sul set con questo divertentissimo monologo contro i mobili dell’IKEA”.