Natale a Londra – Dio salvi la regina: anteprima dal set

Il film gioca un po’ sui classici della commedia. È una sorta di Ocean’s eleven o Pozzanghera 7, un gruppo di soliti ignoti molto noti, di sgangherati e incapaci che tentano di mettere a segno un grande colpo con destrezza, perché, anziché impossessarsi dei gioielli della corona, decidono di rubare i cani della regina per cercare di chiedere un riscatto. Oggi giriamo proprio la scena del rapimento dei cani a Buckingham Palace. Ovviamente, trattandosi di un film prodotto in Italia, ha gli interni girati a Roma e gli esterni a Londra. Ora siamo alla quinta settimana di riprese su otto. Una volta terminate le scene a Buckingham Palace, saremo in teatro di posa e, infine, a Londra. Lì gireremo sicuramente nei posti più pittoreschi. Faremo gli esterni di Buckingham Palace, racconteremo una Londra che uno conosce e si aspetta di vedere. Comunque, io amo molto l’action comedy, già affrontata in Natale col boss, e vi sarà anche una scena in cui Lillo e Greg faranno impallidire in una sorta di incubo tra Bud Spencer e i film coreani, picchiando come fabbri”.

Al suo terzo cinepanettone in casa De Laurentiis, dopo Un Natale stupefacente e Natale col boss, parla il regista Volfango De Biasi nella splendida cornice romana di Palazzo Brancaccio, set del Natale a Londra – Dio salvi la regina che arriverà nei cinema il 15 Dicembre 2016 distribuito da Filmauro e su cui, a proposito del ritorno all’ambientazione estera abbandonata dalla “serie” dai tempi di Natale in Sudafrica, del 2010, aggiunge: “Per raccontare un grande colpo alla regina non ci sono grandissime possibilità, quindi si è pensato di ambientare il film a Londra e di andare a Buckingham Palace”.

Una commedia corale i cui due protagonisti principali sono ancora una volta Lillo e Greg, il primo dei quali anticipa: “Io sono il figlio illegittimo di Ninetto Davoli, che interpreta un grande boss romano, e intendo calcare le sue orme conseguendo, però, scarsi risultati, perché non sono affatto portato per quel tipo di vita. A differenza del personaggio di Greg, il figlio legittimo portato per la vita criminale, ma che, a causa di uno shock, soffre di una schizofrenia che lo fa essere a volte boy scout, a volte malavitoso. Quindi, passa da un personaggio all’altro”.

Il Greg che, tra l’altro, come avviene ormai da qualche anno si occuperà di nuovo anche della colonna sonora, a proposito della quale precisa: “Saremo sempre io e Attilio Di Giovanni a curare le musiche. Da un certo punto di vista, quest’anno la cosa sarà anche più divertente, perché, giocando con un film d’azione e i riferimenti a titoli attuali come Now you see me e, appunto, Ocean’s eleven, vi saranno sonorità moderne, ma sempre con questo movimento spy anni Sessanta. Quindi, vi sono i vari tappeti che sonorizzano le scene di suspense e un paio, invece, per due improbabili scene d’amore”.

Mentre, a proposito della trama, Enrico Guarneri aggiunge: “Nel momento in cui Lillo e Greg vanno a Londra per recuperare un credito, scoprono che Nino Frassica non può restituire la somma perché fortemente indebitato con dei malavitosi inglesi. Quindi, l’unica soluzione è trovare il denaro e gli viene in mente di rapire i cani per chiedere un riscatto. Decide di rimettere in piedi la vecchia banda e chiama ‘u Mago e ‘u Barese, ovvero io e Uccio De Santis. Io sbarco il lunario facendo giochi di prestigio per bambini e famiglie, quindi accetto e divento un elemento fondamentale grazie ai miei trucchi”.

Un Nino Frassica che farà da padre ad Eleonora Giovanardi, chef con un ristorante stellato a Londra e che, per salvare l’attività, parteciperà, appunto, al colpaccio a Buckingham Palace, per poi ritrovarsi in un triangolo amoroso con il già citato Greg e con Paolo Ruffini, che osserva ironico: “Io non so cucinare, ora vanno molto di moda questi chef divi, mentre io sono l’antidivo. Sono molto innamorato di Eleonora e faccio il colpo per cercare di conquistarla”.

Un Nino Frassica che non manca di commentare divertito: “Io faccio il Barone, ex delinquente siciliano che si trasferisce a Londra e apre un ristorante. Però vorrei fare una premessa: nel film Eleonora Giovanardi è mia figlia e, guardando la sua bellezza, i candidati per la parte eravamo io, Raoul Bova, Luca Argentero e Raoul Bova, due volte Raoul Bova, ma era troppo giovane per interpretare il padre. Volevo anche aggiungere che il film non è un cinepanettone, perché si mangia di tutto e non si vede neppure una fetta di panettone. Comunque, Volfango sa trattare bene la comicità e sa girare, poi, è anche un film di spionaggio, perché c’è una scena in cui io guardo attraverso la porta cosa sta facendo mia figlia. È un film colto, con scene d’amore e una scena di sesso che nella sceneggiatura non c’era, poi l’hanno trovata scritta a penna perché l’avevo aggiunta io, ma l’hanno tolta. Io, infine, ho accettato la parte soprattutto perché sono un grande ammiratore di Lillo e Greg”.

Una stima che Lillo ammette essere reciproca, ricordando anche l’amore che provava da bambino nei confronti dei film d’azione di Bud Spencer e Terence Hill, nella sua opinione appartenenti ad una grandissima tradizione di cinema popolare e di puro intrattenimento, ma, allo stesso tempo, di grande qualità.

Un tipo di cinema che cercheranno di citare nel lungometraggio, comprendente nel cast anche Monica Lima ed Enzo Iuppariello meglio conosciuto come Arteteca, i quali vestiranno i panni di una coppia non ancora sposata e che, a causa di una ricetta segreta sfruttata nel loro ristorante, verranno utilizzati dalla combriccola per concretizzare il colpaccio, divenendo complici inconsapevoli.

E, se il regista non dimentica di elogiare tutti gli attori (“undici, come una squadra di calcio”, osserva) e di rivelare che non crede nella comicità “genitale”, Ninetto Davoli provvede a concludere: “Volevo aggiungere che questo film rappresenta secondo me un vero ritorno alla commedia italiana che, purtroppo, da tempo non si fa più. Quindi, un grazie va a Volfango e agli attori che vi prendono parte con passione. Speriamo di rappresentare uno spunto per consigliare ad altri giovani registi di riprendere il discorso della commedia italiana che, in questo paese, abbiamo un po’ trascurato. Io sono contrario al cinepanettone, mentre questa è una vera commedia italiana. Volfango ha la verve per fare questo tipo di cinema. La commedia è bella e divertente e io l’ho fatta, mi è molto dispiaciuto quando è scomparsa. Io qui ho partecipato con entusiasmo, trovandomi a lavorare con veri professionisti”.