Michael Fassbender: Il camaleontico attore a cavallo tra Macbeth e Steve Jobs

All’assegnazione dei Golden Globes, come all’annuncio delle Nomination per gli Oscar 2016, mancano pochi giorni e, in questo clima post-natalizio i bookmakers iniziano a dare indicazioni su chi verrà eletto miglior attore protagonista. Le attuali quotazioni vedono in pole position Leonardo Di Caprio nei panni di Hugh Glass, in Revenant-Redivivo di Alejandro Gonzalez Inarritu. Ma si sa, lo zampino del diavolo è sempre in agguato, e quando il diavolo in questione si chiama {persona|michael-fassbender|Michael Fassbender}… tutto può succedere! Già, perché il bel tedesco-irlandese, sfoggiando il suo incredibile talento in Steve Jobs di Danny Boyle, al suo collega darà sicuramente del filo da torcere. Ma Michael Fassbender è davvero così capace a recitare, o è soltanto un’icona sexy degli ultimi anni? Proviamo a scoprirlo attraverso i suoi lavori.

Chi andrà a vedere Steve Jobs (in uscita nelle sale italiane il 21 Gennaio), potrà inizialmente obiettare la poca somiglianza tra il co-fondatore della Apple e Fassbender: giusta osservazione, visto che nei biopic vengono solitamente scelti attori con caratteristiche fisiche simili a quelle dei  personaggi da interpretare. Però, man mano che il film avanza, la convinzione di essere al cospetto del vero Jobs si farà sempre più prepotente. L’essenza e l’energia del creatore dell’Ipod trasudano infatti da ogni espressione, gesto o dialogo del protagonista. Dietro una prova così perfetta vi è certamente un’enorme preparazione, lo stesso Fassbender ha riconosciuto che, non essendo molto interessato alla tecnologia, si trattava per lui dell’approccio a un mondo nuovo: una sfida non facile! Immaginarlo poi chino sulla tastiera di un pc o, ancor meglio, immerso nella lettura di un tomo di informatica può far sorridere ma, oltre a guardare attentamene tutti i filmati sul tycoon statunitense, è proprio ciò che ha fatto per ore e ore. L’arguzia di Fassbender va però ben oltre l’immaginazione: per individuare il modello assolutamente da non copiare ha perfezionato il suo ruolo studiando la poco brillante performance di Ashton Kutcher in Jobs, film di Joshua Michael Stern del 2013, stroncato quasi all’unanimità dalla critica cinematografica: ecco il diavolo fare centro con la sua astuzia!

Di sicuro la dote che fa brillare di luce propria Michael Fassbender è l’eclettismo, passare dal guru della comunicazione digitale a Macbeth è come compiere un salto triplo, eppure la semplicità con cui lui affronta quei tre balzi ha dell’inverosimile. Nel Macbeth di Justin Kurzel (uscito in Italia il 5 gennaio), la trasformazione da glorioso guerriero in oscuro Re avviene attraverso un intenso e costante percorso emozionale e, la follia che lentamente s’impossessa del sovrano scozzese è tutta racchiusa negli sguardi sempre più penetranti dell’attore, questi si butta infatti anima e corpo nei suoi personaggi, quasi a voler entrare nella loro pelle. Ma, al di là del talento, servono intere giornate  di studio e, avendo ai tempi della scuola già  recitato nel dramma di Shakespeare, Fassbender sa bene a cosa andrà incontro. Visionando scrupolosamente tutti i precedenti adattamenti per il cinema, soffermandosi in particolare su quello del ’48 di Orson Welles e ripetendo fino alla nausea i dialoghi shakespeariani, il Macbeth di Fassbender diventa viscerale, sanguigno, profondo: un Re dagli occhi glaciali e l’incedere di un uomo sofferente, un gigante di bravura. 

Sì, un gigante di bravura bello come un dio, dotato di un corpo da far invidia alla gran parte dei suoi colleghi, con al suo attivo 37 film, 18 nomination e 23 premi, tra cui la Coppa Volpi nel 2011 per la Migliore Interpretazione maschile in Shame: niente male, a soli 38 anni! Eppure, i riconoscimenti più importanti tardano ad arrivare, niente Golden Globe nè tanto meno Oscar: il 2016 sarà finalmente l’anno giusto? Per saperlo bisognerà aspettare qualche giorno, nel frattempo ripercorriamo insieme le tappe che hanno portato l’attore a diventare l’idolo che è. 

Il fortunato incontro con il regista Steve McQueen segna certamente per Fassbender l’inizio dell’ascesa verso l’Olimpo cinematografico. La coppia lavora insieme in tre film: Hunger del 2008, che racconta la storia dell’attivista nordirlandese Bobby Sands, Shame del 2011, incentrato su Brandon, uomo d’affari dipendente dal sesso, e 12 Anni Schiavo del 2013, che ci fa conoscere il perfido Edwin Epps, proprietario di una piantagione di cotone. Dei tre ruoli recitati da Fassbender, il più ricordato è quello di Shame, non per nulla il suo nudo integrale-frontale è entrato di diritto a far parte delle scene cult dei nostri tempi! L’aderenza fisica tra Brandon e l’attore è impressionante, seduti in sala non si può fare a meno di ammirare la straordinaria capacità di Fassbender nel calarsi nei difficili panni di un uomo ossessionato, degradato dalla compulsione erotica. Un tris di personaggi molto impegnativi in cui non era facile immedesimarsi, ma per l’infallibile fiuto e il grande talento artistico di Fassbender nulla appare difficile: neppure calare di  peso. Sono infatti 16 i chili da lui persi per mostrare al pubblico il deperimento fisico di Bobby Sands nel carcere irlandese, anche se l’estrema bravura consiste però nel saper trasmettere allo spettatore l’ansia, la rabbia e il dolore provati dal protagonista durante la prigionia: un’interpretazione sublime. In 12 Anni Schiavo Fassbender, con i suoi sogghigni demoniaci, incarna il male allo stato puro e, attraverso la glaciale maschera dello schiavista, dimostra al mondo intero di sapersi giostrare anche in ruoli da “cattivo”: anche se dopo aver girato la scena dello stupro pare sia svenuto!    

Ecco allora l’instancabile atleta dei set correre come un centometrista da un film all’altro… e non inciampa mai, non fa false partenze, non va incontro a squalifiche: il nuovo Usain Bolt di Hollywood! Spostandosi veloce come il vento lavora con registi dello spessore di Quentin Tarantino, David Cronenberg, Steven Soderbergh, Ridley Scott, Lenny Abrahamson… e non è solo rapido, ma anche mutevole come un camaleonte: lo lasciamo Magneto (X Men-L’Inizio) per ritrovarlo fascinoso psichiatra (Jung in A Dangerous Method), poi, in un batter d’occhio, eccolo prendere le sembianze dell’androide David (Prometheus) e, trasformarsi come per incanto in  avvocato-contrabbandiere di cocaina (The Counselor-Il Procuratore).

Del resto, rischio e velocità sono la sua passione. A 4 anni smaniava per prendere la patente, a 7 guidava i trattori e a 12 l’automobile del padre. Poi arrivò l’amore per le moto, un amore totale, una passione che lo porterà a presentarsi, in sella alla sua fedelissima Bmw GS, sia al Festival di San Sebastian che a quello di Venezia. E le donne? Le numerose fan saranno contente, gli ultimi gossip lo danno infatti single, dopo che la relazione con la collega Alicia Wikander sembra essersi   definitivamente conclusa. Attenzione però, perché come detto più volte dallo stesso Fassbender: la mia carriera è sempre venuta prima dell’amore, sono abbastanza egoista quando si tratta del mio lavoro...

E noi, di questa affermazione, siamo ben felici poiché è proprio la sua dedizione al lavoro che, oltre a Macbeth e Steve Jobs, nel 2016 ci consentirà di gustare: 

X- Men: Apocalisse, di Bryan Singer; Assassin’s Creed, di Justin Kurzel; Slow West, un western di John Maclean (la cui data d’uscita è ancora da fissare).

E, se tutto procederà come previsto, senza interferenze femminili, nel 2017 usciranno:

The Mountain Between Us, di Gerardo Naranjo; Alien: Covenant, sequel di Prometheus, di Ridley Scott; The Snowman, di Thomas Alfredson; The Light Between Oceans, di Derek Cianfrance. 

In conclusione: si può essere bravi attori, e allo stesso tempo icone sexy? Fassbender insegna: assolutamente sì.
 

Brevi cenni biografici
Nato nel 1977 a Heidelberg, in Germania, da padre tedesco e madre irlandese, e cresciuto a Killarney, in Irlanda, Michael si appassionerà ben presto al palcoscenico. All’età di 17 anni decide di entrare a far parte di una Compagnia teatrale dove comincia a esibirsi in forma amatoriale, e da quel momento al giovane Fassbender tutto apparirà chiaro: da grande farà l’attore. Con piglio deciso rinuncia all’università e vola verso il Drama Centre di Londra, una delle scuole di recitazione più rinomate di tutto il Regno Anglosassone. Nel 2001, dopo una serie di fallimentari provini, la fortuna sembra venirgli incontro offrendogli un ruolo nella serie tv Band of Brothers, prodotta da Tom Hanks e Steven Spielberg. Fino al 2005 farà la spola tra Londra e Los Angeles, ottenendo una serie di ingaggi televisivi e sottoponendosi a una faticosa gavetta.

Ma il duro lavoro di Michael inizierà finalmente a portare  frutti: nel 2006 Zack Snyder gli affiderà il ruolo dello spartano Stelios nel Kolossal 300, e nell’anno successivo farà parte del cast del film di Francois Ozon, Angel - La Vita, il Romanzo. Per Fassbender le porte del grande schermo si sono aperte, e la strada al successo, da lì in poi, sarà una salita senza ostacoli. Tra il 2008 e il 2010 reciterà in ben sette film, tra cui Bastardi Senza Gloria, di Quentin Tarantino, e Hunger, di Steve McQueen. Dal 2011 la  travolgente e potentissima escalation cinematografica di Michael Fassbender scorrerà via come un fiume in piena. I film in cui ricoprirà ruoli da protagonista sono numerosi, qui di seguito alcuni  titoli tra i più significativi: Jane Eyre, X Men - L’Inizio, Knockout – Resa dei Conti, A Dangerous Method, Shame, Prometheus, The Counselor – Il Procuratore, 12 Anni Schiavo, Macbeth, Steve Jobs.