Miami Beach. I fratelli Vanzina: "Max Tortora è il nuovo Alberto Sordi"
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Un anno dopo Torno indietro e cambio vita, il regista Carlo Vanzina e il fratello co-sceneggiatore Enrico tornano ad esplorare la commedia estiva da lanciare al cinema nel periodo caldo, affrontata l’ultima volta nel 2009 tramite Un’estate ai Caraibi.
In Miami Beach, infatti, radunano vecchie conoscenze e nuove leve per catapultarle nella rinomata località balneare statunitense, tra risate e sentimenti. Nomi spazianti da un Max Tortora in continuo scontro con una milanese Paola Minaccioni a un Ricky Memphis che, alla ricerca della figlia Neva Leoni, si fa aiutare da un Emanuele Propizio perdigiorno. Nomi che, insieme al Filippo Laganà che interpreta il figlio del citato Tortora, abbiamo incontrato a Roma per parlare del film, in uscita il 1 Giugno per 01 Distribution.
D: I film estivi che vengono distribuiti in estate sono un punto di forza del mercato cinematografico mondiale, mentre in Italia si fa fatica a capirne questa potenzialità…
Enrico Vanzina: Noi è la quarta volta che ci presentiamo in estate, perché, siccome viaggiamo, abbiamo capito tanti anni fa che è il momento topico, soprattutto per i ragazzi, perché non vanno a scuola o all’Università. In Italia resiste questa mentalità flaianesca che siamo un popolo di bagnini, per cui appena vediamo il sole andiamo tutti al mare. Invece, la vita delle grandi città e anche quella al mare continua. Il cinema è un’abitudine che non va spezzata. Il disastro del cinema italiano è che non solo la stagione è corta, perché mancano dei mesi, ma si perde l’abitudine, per cui, poi, a Settembre ricominciare è faticoso. Noi abbiamo sempre creduto in questo e ci è andata anche bene con diversi film. Questo, poi, è specificatamente pensato per l’estate, con un’allegria estiva e un’ambientazione che trasmette a chi è al cinema con l’aria condizionata l’impressione di stare a Miami.
D: Perché proprio Miami?
Carlo Vanzina: Perché è una città che in questo momento diventa un po’ una calamita per gli italiani. Forse anche perché, come diceva Enrico, siamo un popolo di bagnini, quindi trovano una metropoli con una spiaggia immensa. Poi, devo dire che c’è un qualcosa di autobiografico perché qualche anno fa le mie figlie, che hanno questo mito di Miami, mi hanno obbligato ad andare a fare uno scouting in un’Università del posto. Lì mi è venuto in mente l’episodio dei due ragazzi italiani che vanno a Miami accompagnati dai genitori. Mi sembrava bufo portare degli italiani in un campus americano, perché siamo abituati a vedere i ragazzoni di Animal house, American pie e simili.
D: Parliamo un po’ degli attori qui presenti con cui avevate già lavorato?
Enrico Vanzina: Paola Minaccioni è un fenomeno, attrice romana che qui fa una sorta di Franca Valeri in maniera sensazionale. Max Tortora è il nuovo Alberto Sordi, quando è libero di fare con grazia e con l’umorismo che possiede è meraviglioso. Ricky Memphis è l’unico attore romano di stampo inglese, che non ride mai ma fa ridere. Emanuele Propizio è un giovane spiritoso, ma tutti gli altri attori sono molto carini, compreso Giampaolo Morelli che aveva lavorato con noi in South Kensington.
D:Max Tortora si sente il nuovo Alberto Sordi?
Max Tortora: No, ma magari. Io ho delle contaminazioni di Sordi perché l’ho amato tantissimo e, probabilmente, se non fosse esistito non avrei neanche fatto questo mestiere. Però, da qui a dire che sono il nuovo Sordi mi pare un po’ troppo (ride).
D: Filippo, ci parli un po’ del tuo personaggio?
Filippo Laganà: Interpreto il figlio di Max Tortora, Luca. È la seconda volta che mi capita di fare suo figlio ed è sempre un onore lavorare con lui e con i fratelli Vanzina, dei quali le prime due cose che sai è che si torna a casa alle tre e che si fermano se c’è la Roma (ride). Ci siamo divertiti tanto, a Miami è stata una meraviglia, ho girato tutti i mall e comprato qualsiasi cosa.
D: Come sono i Vanzina sul set?
Filippo Laganà: Lavorare con loro è un sogno perché sono persone meravigliose e con loro non si perde mai tempo, sanno esattamente dove mettere la camera. Infatti, sono molto contento di aver fatto questo film con loro perché mi hanno visto quando ero piccolo e me li sono ritrovati da grande. È stato un vero piacere, un onore.
D: Come è andata questa trasferta a Miami?
Ricky Memphis: È andata benissimo. È stato divertente e fantastico. Tanta afa, ma anche tanto divertimento. Tanti pool party.
Emanuele Propizio: Sì, ma che io e Ricky non abbiamo mai fatto, perché, mentre gli altri hanno avuto due giorni liberi su dieci, noi abbiamo lavorato sette giorni su sette, siamo solo andati a mangiare la sera insieme.
Ricky Memphis: Sempre allo stesso ristorante, poi (ride).
Emanuele Propizio: Sì, perché piaceva a Max (ride).
Ricky Memphis: Comunque, Miami è un’esperienza da fare, io non c’ero mai stato. È da vedere.
Neva Leoni: Io mi sono divertita come una pazza, a livello umano è stata una bella combinazione di persone. È stata una situazione molto rilassata, ci siamo trovati subito tutti quanti. I Vanzina sono persone stupende, veramente dei gran signori, molto gentili e mettono la gente a loro agio. Non credo vi sia mai stato un episodio di tensione sul set, sembrava quasi una vacanza.
D: È vero che ci sono così tanti italiani?
Emanuele Propizio: È pieno (ride).
Ricky Memphis: Io lì ho conosciuto tanti romani (ride).
Max Tortora: Io la mattina andavo un po’ a correre e spesso mi sentivo gridare “Ah bello, bella Max” (ride).
D: Come è stato il continuo battibecco con Paola Minaccioni?
Max Tortora: Lei nasce con un gruppo che andava nei locali notturni, Paola e i Minaccioni (ride). Poi, ha deciso che era meglio fare una coppia e andiamo molto forti insieme io e lei. È brava.
D: Sbaglio o nel film c’è un riferimento a Libera uscita e Amore a prima svista nel personaggio dell’amico che tenta di rimorchiare le brutte e, sempre a proposito dei film dei fratelli Farrelly, abbiamo un omaggio a Lo spaccacuori nel momento in cui Filippo è in camera con la bionda?
Carlo Vanzina: Lo spaccacuori sì, è una citazione voluta, agli altri due film non avevo pensato, però mi hanno con ogni probabilità suggerito la cosa inconsciamente.
D: Ogni volta che esce un film del genere si dice solo che agli italiani piace ridere. Secondo Paola Minaccioni è una cosa puramente culturale degli italiani o è il periodo storico che lo richiede, visto che si parla sempre di crisi?
Paola Minaccioni: Io credo che gli italiani abbiano proprio inventato la commedia, fa parte del loro dna, amano veder rappresentato questo genere al cinema. Non lo assocerei tanto alla crisi, che, invece, sta portando il pubblico a ridere anche di cose molto più gravi. Per fortuna, la crisi sta portando un cambiamento anche a livello di scrittura nelle commedie. Quindi, le persone vogliono ridere di sé. Prima, magari, si andava al cinema per evadere dalla realtà quotidiana e vivere la vita dei ricchi, dei fortunati e dei belli, adesso, invece, le persone vogliono sentirsi rappresentate e ridere di se stesse.
D: Come ha costruito Paola Minaccioni il suo personaggio?
Paola Minaccioni: Il mio ruolo era stato pensato per una milanese e mi hanno chiesto se l’avrei fatta con quell’accento. Quindi, ho pensato insieme a Carlo ed Enrico che il contrasto con Max, in questo modo, sarebbe stato più frizzante. Certo, come si diceva mi sono ispirata a Franca Valeri, chi non vi si ispira? Io sono la maestrina perfettina, Max è il bambino con gli stati emotivi che improvvisa. Rispetto ai personaggi, eravamo simili nella vita (ride).
D: Al di là della tematica vacanziera, il film sembrerebbe prestare molta attenzione al rapporto tra genitori e figli...
Enrico Vanzina: Sì, è vero, è un film che racconta di questi rapporti. Sono più divertenti perché sia genitori che figli si ritrovano in un luogo dove sono leggermente spaesati, per cui le loro nature vengono fuori meglio.