Mariottide: Maccio Capatonda e il cast alla Festa del cinema di Roma
A partire dal ventisei Ottobre 2016, sarà disponibile in esclusiva su Infinity il cofanetto completo di venti episodi, più due speciali. Stiamo parlando di Mariottide di Maccio Capatonda (all’anagrafe Marcello Macchia), prima sitcom prodotta per essere diffusa in streaming e on demand. Sitcom che vede protagonista proprio il suo autore nei panni di uno squattrinato che vive all’interno di una poverissima e fatiscente abitazione insieme al figlio interpretato dall’inseparabile Herbert Ballerina alias Luigi Luciano, che riempie di balle per nascondergli la loro tragica, reale situazione.
Affiancati da Francesco Mandelli e Barbara Tabita, che fanno parte del cast, i due hanno incontrato la stampa presso la Festa del cinema di Roma, dove sono stati presentati in anteprima alcuni degli episodi.
D: Il personaggio di Mariottide è nato, in realtà, una decina di anni fa. Cosa lo rende attuale da poter essere elaborato ancora oggi?
Herbert Ballerina: Maccio, non vorrei essere nei tuoi panni (ride).
Maccio Capatonda: Grazie Herbert, mi sei sempre di supporto (ride). La cosa che più mi piace di questo personaggio è il fatto che è ben definito nella sua tristezza, nella sua povertà, nel suo non aver niente da perdere. Forse, è il personaggio più a fuoco tra quelli che ho elaborato, perché si porta dietro tutto il mondo, un po’ come, in un certo senso, era Fantozzi. Si porta dietro il figlio adottivo che illude, l’amico del figlio che cerca, invece, di fargli capire la verità, tutti i personaggi intorno che cercano di fregarlo, la ragazza che non lo ama. È un mondo che si adatta ad essere raccontato giorno per giorno e, nella sua quotidianità, puoi mettere dentro l’attualità, un po’ di satira, di demenzialità. Dove lo metti sta, lo puoi mettere sulla Luna, sul comodino, ci sta.
Herbert Ballerina: Anche sui maccheroni (ride).
D: Per quale motivo è un cantante neomelodico?
Maccio Capatonda: Perché era nato dalle mie parodie dei promo di cantanti famosi, quindi, ho scelto questo cantante che aveva come valore aggiunto la tristezza. Però, poi, si è evoluto in alcuni trailer, tra cui L’uomo che usciva la gente, e passando per la radio, perché ho fatto la sitcom Casa Mariottide per Lo Zoo di 105. Poi, ho fatto una webserie in quattro o cinque episodi e, ora, la sitcom. È proprio grazie a questa povertà che riesce a farsi attraversare da tutta l’attualità e i mali della nostra società, mostrandoli al pubblico, facendoseli allo stesso tempo scorrere sopra per iniziare con fiducia e ottimismo la puntata successiva, in cui, però, viene rattristato nuovamente.
Herbert Ballerina: Diciamogli che fa anche ridere, però. Lui è molto serio, ma guardate che non è così il prodotto finale (ride).
D: Come lavorate voi due, che sembrate una coppia di fatto?
Herbert Ballerina: Sì, una coppia agli antilopi (ride).
Maccio Capatonda: Io sono attivo (ride).
Herbert Ballerina: Non è vero, ma io sono passivo caratterialmente, non bevo ma, come figlio, mi bevo tutto. Mi sono dovuto preparare mesi e mesi per fare questo personaggio perché è brutto e stupido, quindi molto lontano da me. Comunque, noi lavoriamo molto sulla sceneggiatura, andiamo avanti quando siamo contenti di ciò che abbiamo scritto, mentre alcuni partono direttamente dal montaggio (ride).
D: Nelle varie puntate ruotano una serie di personaggi più o meno fissi...
Barbara Tabita: Io nella sitcom sono Mirella e faccio parte dei personaggi fissi, in quanto barista nel bar (il Bar Bone, nda) dove Mariottide prova tutti i giorni ad esibirsi, deprimendo la clientela e vedendoci costretti a buttarlo fuori ogni volta. Lui ha una passione per questa cameriera, abbastanza rude, maschiaccio e rockettara, la quale lo picchia quotidianamente e lo odia perché p brutto, povero e triste.
D: Potete dirci qualcosa sul linguaggio?
Maccio Capatonda: Italiano (ride).
Herbert Ballerina: Io questa non la sapevo, però rispondo (ride). Mariottide si presta proprio a questo tipo di gioco di parole, è la sua punta di...
Maccio Capatonda: La morte sua.
Herbert Ballerina: Ecco, sì, la morte sua, anche i piatti culinari vengono tramutati tramite questo gioco di parole.
Maccio Capatonda: È un po’ il mio filo rosso questo linguaggio, il mio cavallo di batacchio (ride). Mi viene molto spontaneo storpiare le parole.
Herbert Ballerina: Anche per illudere il figlio dice cose strampalate. Per esempio, gli ombrellini dei cocktail diventano le ombrellette, quindi si mangiano quelle.
D: Come è per Francesco Mandelli entrare nell’universo di Maccio Capatonda?
Francesco Mandelli: Intanto, posso dire che non è difficile perché io ci sono entrato da fan, quindi, in qualche modo, ti sembra di conoscere la materia. Quando lavori con loro ti viene automaticamente da inserirti nel linguaggio, quindi cerchi di non scimmiottare ciò che fanno, ma di metterti al servizio di quella comicità. Tra l’altro, ci conosciamo da tanti anni, ma non avevamo mai lavorato insieme.
Herbert Ballerina: Tu non sai quante volte gli ho detto “Chiamiamo Francesco” (ride).
Francesco Mandelli: Per esempio, abbiamo cercato di capire come avrebbe dovuto parlare l’alter ego di questo rapper, figlio di una famiglia molto bene. È un piacere lavorare con loro.
D: Come mai la sitcom è la dimensione migliore per questo personaggio?
Maccio Capatonda: Perché la sitcom lo racconta in maniera domestica, giornaliera. Permette di raccontare ogni giorno una storia diversa, in maniera seriale e, nello stesso tempo, non ha una storia orizzontale, non si protrae per molte puntate. È giusto che Mariottide viva come una striscia di fumetto.
D: Per il contorno scenografico e dei costumi come avete lavorato?
Maccio Capatonda: Sempre cercando di raccontare questa povertà in maniera creativa e non visivamente brutta, perché il rischio era quello di fare qualcosa di squallido.
Herbert Ballerina: Cosa in cui io e te eccelliamo (ride).
Maccio Capatonda: Quindi, volevamo raccontare questa povertà in maniera luminosa, variopinta, colorata, divertente e qualitativamente alta come le migliori sitcom americane, perché in Italia, ormai, esse non si fanno più. Infatti, ringraziamo Infinity che ci ha permesso di fare un prodotto nuovo e originale che fosse disponibile anche sul web, tablet e altri sistemi.
Herbert Ballerina: Dovrebbero già esservi richieste dall’America e dal Giappone (ride).
D: Prima avete citato Fantozzi...
Maccio Capatonda: Fantozzi, di sicuro, è un modello che, anche inconsciamente, ho utilizzato per raccontare questo personaggio, anche se, secondo me, Mariottide punta di più sulla povertà, è ancora più sfigato. È talmente peggio che non sfocia nella tristezza come Fantozzi.
Herbert Ballerina: Io mi sono ispirato a Mariangela (ride).
Barbara Tabita: E io ad Anna Mazzamauro (ride).
Francesco Mandelli: Io, a questo punto, sono Filini o Calboni (ride).
D: A partire da Nino Frassica, vi sono molti ospiti negli episodi...
Maccio Capatonda: La cosa bella è stata che hanno accettato in molti. Come non citare Ugo Tognazzi (ride). Scherzi a parte, Ale e Franz, Bebo Storti, Giuliano dei Negramaro, Federico Russo, Jake La Furia. A volte, ne abbiamo anche due di ospiti. Per esempio, nella puntata con Giuliano abbiamo anche Rocco Tanica.
Herbert Ballerina: Poi c’è anche Raoul Cremona. Al Pacino ha rifiutato perché se la tira (ride).
Maccio Capatonda: Aveva una cena (ride).
Herbert Ballerina: No no, se la tira (ride).
D: I personaggi di contorno, poi, sono un po’ tutti squali...
Maccio Capatonda: Sì, perché il gioco è quello di avere questi due personaggi centrali buoni, che hanno un valore estremamente positivo, mentre tutto ciò che gli gira intorno è estremamente negativo, per far proprio risaltare la comicità e il marciume. Grazie a questa tecnica della sfiga estrema viene sviluppato un argomento in ogni puntata (ride).
Herbert Ballerina: Che è una tecnica americana (ride).
Maccio Capatonda: Sì, l’abbiamo importata dall’America e possiamo cambiare tema rimanendo fedeli alla sfiga estrema e raccontando il paese (ride).
Herbert Ballerina: Il brutto paese è diventato (ride).
D: Ospiterete Lory Del Santo come lei ha ospitato voi in The lady?
Maccio Capatonda: Sì, ci ho pensato a coinvolgerla, forse non in Mariottide, ma nel film...
Herbert Ballerina: Poi, però, l’ho fatto ragionare (ride).
Maccio Capatonda: No, ma mi piacerebbe, magari non ora, ma in futuro sì.
D: Qui abbiamo anche le risate registrate fuori campo...
Maccio Capatonda: Sì, le risate registrate fanno parte dell’immaginario di tutte le sitcom. Abbiamo provato a fare qualcosa di nuovo mettendo i pianto, ma non funzionavano, perché aumentavano la tristezza (ride).
Herbert Ballerina: Poi l’ho fatto ragionare (ride).
D: Quanto del vero Maccio Capatonda si ritrova nella frase di Mariottide “È meglio male”?
Maccio Capatonda: Mariottide ci si ritrova perché la sua filosofia è quella di perdere sempre per essere invincibile. Fondamentalmente, se tu non hai niente, alla fine non hai niente da perdere, quindi sei un eroe. Lui è un eroe post-modesto (ride). Fondamentalmente, credo sia una critica inconscia all’avere troppe cose.
Herbert Ballerina: Si ride, comunque, nella sitcom (ride).