Leonardo Di Caprio. Carriera di un Attore.
Due anni fa, dopo l’ennesima mancata assegnazione dell’Oscar come Migliore Attore Protagonista (per The Wolf of Wall Street) girava la storiella che il colmo sarebbe stato se, (in un futuro più lontano possibile…), l’Oscar venisse assegnato all’attore protagonista di un film biografico che raccontava la vita e le opere di Leonardo Wilhelm DiCaprio…
In effetti, questa è diventata la paranoia degli addetti ai lavori ma anche dei social quando si cita il nome dell’attore californiano. Quattro nomination come miglior attore (non protagonista per Buon compleanno Mr. Grape - 1994) e come protagonista per The Aviator (2005), Blood Diamond - Diamanti di sangue (2007) e per l’appunto The Wolf of Wall Street nel 2014, e quattro viaggi a vuoto nella nativa Los Angeles nella speranza di ricevere l’agognata statuetta…
Eppure, pochi come Leonardo possono vantare una carriera così costellata da successi al botteghino (valga per tutti Titanic, a lungo campione di incassi nella storia del cinema) ed anche, e soprattutto, un palmares di registi che lo hanno impiegato – ed apprezzato – nelle proprie produzioni: Cameron, come detto, Baz Luhrmann nel 1996 in William Shakespeare's Romeo + Juliet che lo rivuole poi con se diciassette anni dopo in Il Grande Gatsby, Sam Mendes, Ridley Scott, Steven Spielberg, Christopher Nolan, Clint Eastwood ma anche Sam Raimi, Lasse Hallström, Agnieszka Holland, Danny Boyle e Edward Zwick e, negli ultimi anni anche Tarantino ed ora Inarritu con la prossima uscita di The Revenant. Registi che hanno fatto la storia del cinema degli ultimi venti/trent’anni e per i quali, molti colleghi attori avrebbero fatto carte false per lavorare con essi.
Ho lasciato per ultimo, di questa insigne lista, Martin Scorsese. Non a caso, ovviamente. Con il regista Newyorchese, Leonardo gira 5 film e con lui affina e sviluppa ed amplia la gamma drammatica della sua arte, diventando un attore completo e di elevato spessore. Era il 2002 quando Scorsese gli affida il ruolo di coprotagonista in Gangs of New York (dove duetta/duella con il terribile personaggio interpretato da Danny Day Lewis) per poi riconfermarlo come protagonista in The Aviator (2004), The Departed (2006), Shutter Island (2010) e The Wolf of Wall Street. La caratteristica di tutti questi film – ma anche di quelli successivi con altri direttori - è, a mio parere, la centralità del ruolo del protagonista. Howard Hughes, Edward "Teddy" Daniels / Andrew Laeddis, Dominic "Dom" Cobb, J. Edgar Hoover, Jay Gatsby, Jordan Belfort; tutti personaggi posti al centro della storia che si racconta e che diventano la pietra angolare della narrazione e delle relazioni con tutte le i altre maschere (a parte Revolutionary Road nel quale il centro della scena viene assunto dalla coppia Frank e April Wheeler - Kate Winslet). Personaggi caratterizzati da una costante vena drammatica e melanconica, temuti e invidiati (The Aviator), soli (Prova a rendermi), soli pur se circondati da persone (Il Grande Gatsby), alienati da una realtà che non accettano (Shutter Island, Inception), incompresi (The Departed), odiati (J. Edgar), o troppo oltre (The Wolf of Wall Street). Insomma, una teoria di personaggi per i quali la cifra umana si tinge dei colori del dramma e della tragedia (a volte comica, come nel caso di una delle sequenze più esilaranti e più ben riuscite come quella del Jordan Belfort di Wall Street in preda agli effetti del quaalude che si trascina da casa al Country Club e ritorno).
Maschere, dunque, importanti e gravi; anche se, a noi, piace ricordarlo nei panni del moderno Romeo in quegli scambi di sguardi con Juliet (Claire Denis), trasfigurato da un acquario: un esempio di mirabile rarefazione dei sentimenti.