Conferenza stampa: Truman – Un vero amico è per sempre
Forti del successo ottenuto in patria, sono arrivati a Roma Cesc Gay, regista, e Javier Cámara, coprotagonista del bellissimo Truman – Un vero amico è per sempre, che uscirà nelle sale italiane il 21 Aprile 2016.
In un'atmosfera assai informale e proprio per questo più piacevole, i due spagnoli hanno parlato a lungo di come è nata la storia e dei carismatici personaggi che la popolano.
Truman è un film intenso e doloroso, che il regista ha realizzato dopo aver vissuto in prima persona una vicenda simile a quella narrata: “Purtroppo ho avuto l'esperienza di accompagnare una persona amata fino alla morte. In quel periodo ho scritto un diario per mettere ordine tra le cose che sentivo. Nel frattempo ho fatto Una pistola en cada mano e poi sono tornato su quel materiale, l'ho metabolizzato e così è nato il film” ha spiegato Gay.
I protagonisti del suo bellissimo Truman sono due grandissimi attori, uno argentino, Ricardo Darin, e l'altro spagnolo, Javier Cámara: “l'intuito mi diceva che sarebbero andati bene insieme. Abbiamo lavorato anche sull'equilibrio tra humour e tristezza mentre Javier preparava la colazione” ha raccontato il regista. Il risultato è la perfetta sintesi di realismo, emozioni e intesa sul set. Provare per credere.
L'attore spagnolo, che vedremo presto in Young Pope di Sorrentino e che ha parlato quasi tutto il tempo in un fluido italiano, ha raccontato entusiasta la sua esperienza al fianco di Darin, considerato tra i più grandi attori europei: “Per me è stato un miracolo. Ricardo non è solo un simbolo argentino ma anche spagnolo. E' un attore molto ammirato che ha anche una grande empatia. Durante la lavorazione del film abbiamo piangiato tantissimo” ha detto Cámara, suscitando le risate e poi gli applausi dei giornalisti, “E' stato un attore molto generoso, con me e con tutta la troupe. E' l'umiltà fatta persona. Per me è stato bellissimo scoprirlo: lavorare con lui è stato come fare un master universitario”.
Nel film si parla di amicizia, quella con la A maiuscola, ma si affronta anche la tematica spinosa del porre fine alle proprie sofferenze, rifiutando l'accanimento terapeutico. Il regista ha spiegato che questo è solo uno dei tanti aspetti trattati, sottolineando l'importanza della libertà di scelta. “Nel film non si vede, ma alla fine magari Julián cambia idea. Mi piacciono i film in cui si accenna a qualcosa lasciando poi le porte aperte”.
Il titolo è Truman – Un vero amico è per sempre ma, di fatto, il cane compare poco, pur mantenendo un ruolo decisivo: “All'inizio il cane non c'era, è comparso in fase di stesura e a poco a poco ha acquistato importanza. Si sposava bene con la solitudine di Ricardo. E' cresciuto fino a diventare uno dei protagonisti. Inserirlo nella locandina aiutava ad alleggerire la pellicola, a sottolineare il genere della commedia. Poi, quattro mesi dopo la fine delle riprese, il cane si è ammalato di Leishmaniosi e gli abbiamo dedicato il film” ha raccontato il regista, rimarcando la totale autenticità e profondità della sua storia.
Il vero nome del bellissimo Bullmastiff era in realtà Troilo, un famoso musicista argentino ma, come ha spiegato il regista, Ricardo a casa sua aveva una foto di Truman Capote e da lì è nata l'idea di cambiarlo.
Un cane, dunque, che finisce anche sulla locandina di uno dei film spagnoli più belli degli ultimi anni: un'autentica vittoria per un paese in cui, ogni giorno, nelle orribili perrere, migliaia di cani vengono barbaramente uccisi. La produttrice Marta Esteban ha tenuto a sottolineare che proprio la razza di Truman, Bullmastiff, di recente è stata utilizzata per lavorare con i bambini autistici, mentre la portavoce di Satine Film, che distribuisce Truman, ha ribadito: “se c'è stato un così grande successo in Spagna, vuol dire anche che il pubblico è sensibile”.
Il film, per inciso, ha vinto il Premio per il Benessere degli Animali dell'Associazione Veterinari di Madrid e lo stesso Presidente dell'Associazione dei Veterinari Italiani ha inviato una lettera per complimentarsi.
Lo stesso Cámara ha parlato dell'amore di Darin verso i cani: “Ricardo ne ha quattro e il rapporto col cane sul set era molto bello, è diventato quasi un padrone per lui. Ma i suoi gli mancavano talmente tanto che ci parlava via skype!” ha raccontato divertito l'attore, fermandosi poi a parlare del suo personaggio che torna in Spagna per trascorrere quattro giorni con un amico malato: “Quando ho letto la sceneggiatura ho visto che il conflitto del mio personaggio era subito ma poi il regista (che è anche co-sceneggiatore n.d.r.) mi ha spiegato che il mio conflitto era il voler andare via per non restare a guardare il mio amico malato. Io sono gli occhi dello spettatore e in tutta sincerità, è difficile parlare con un malato, non sai mai cosa dire”. Truman - Un vero amico è per sempre infatti, come ha voluto sottolineare il regista, “è un film sugli uomini e sulla difficoltà nell'esprimere i propri sentimenti. Con protagoniste donne, sarebbe stato diverso”.
Di film sulle malattie e sull'elaborazione del lutto ne sono stati fatti tanti ma i due che hanno ispirato maggiormente il regista sono stati La stanza del figlio, di Nanni Moretti, e Amour, di Michael Haneke.
Se Javier Cámara ha concluso parlando di Queen of Spain, girato a Budapest con Penelope Cruz, nel quale recita anche il figlio di Ricardo Darin, il regista ha invece elogiato il cinema spagnolo, in netta ripresa, forte di una nuova generazione di registi sempre più formati che sta tentando di riscrivere i vari generi grazie anche all'alto livello tecnico.
Incontro proficuo, che ci ha fatto scoprire due persone gradevoli e preparate, appassionate e sincere. Un regista e un attore già noti al pubblico, che con lo splendido Truman – Un vero amico è per sempre, vi commuoveranno profondamente.