Conferenza stampa: My father Jack
E' stato presentato oggi a Roma il nuovo film di Tonino Zangardi, in sala dal prossimo 19 Maggio; con Francesco Pannofino, Matteo Branciamore, Claudia Vismara, Elisabetta Gregoraci, Ray Lovelock ed Eleonora Giorgi.
Decisamente diverso rispetto ai predecessori che avevano puntato sulla tematica amorosa, spesso in chiave drammatica. Girato a Rovereto e nei pressi dello splendido lago d'Iseo, My father Jack è un film di genere: “mi è piaciuto già dalla prima stesura, soprattutto per le tante scene action. Poi c'è comunque la commedia che amo molto” ha spiegato il regista, parlando del suo ultimo lavoro; “mi piaceva l'idea di fare un film leggero ma corale e ben costruito.
"Poi l'incontro con Nina Zilli che mi ha fatto conoscere Matteo (Branciamore n.d.r.) è stato folgorante. Questa volta comunque ero molto sereno, con i film di genere non è come quando fai un film d'autore. Ho potuto contare su un cast straordinario in cui Matteo ed Elisabetta (Gregoraci n.d.r.) erano le scommesse”.
L'aspetto musicale del film è senz'altro uno dei punti forti e l'inconfondibile voce di Nina Zilli arricchisce la narrazione, evidenziandone l'aura leggera: la cantante si è detta onorata di aver debuttato sul grande schermo: “Il cinema è l'arte più completa, comprende tutto. Ero terrorizzata perché pensavo ai grandi nomi di quel campo come Ennio Morricone e Nino Rota ma è stato più facile che scrivere una canzone: per quello conto sulle mie esperienze ed emozioni, qui invece avevo già tutto: storia, dialoghi e attori”. La sintonia tra cantante e regista è nata quando hanno scoperto che una canzone di riferimento era stata scelta da entrambi: “E' stato un segno del destino. E mi sono divertita un casino” ha ribadito entusiasta la Zilli.
Film di genere dunque, ma anche commistione di varie tipologie perché c'è l'azione tipica dei thriller, c'è l'argomento mafia e c'è la leggerezza della commedia, con picchi di surrealismo: “E' un film che deve divertire, non bisogna guardarlo con occhio critico” ha spiegato il regista, “è un action movie divertente con personaggi anche al limite, come quello di Elisabetta. Se avessi voluto fare un film serio, non avrei scelto questi personaggi. Ciò che è portato al limite, è stato fatto appositamente e l'intento era anche quello di prendere un po' in giro la mafia”.
A proposito di mafia, il personaggio del killer, interpretato dal bravissimo Antonino Iuorio, è un chiaro omaggio al Padrino, tanto che porta lo stesso nome di un suo personaggio, Luca Brasi. L'attore, che nel film ascolta brani napoletani amorosi per rilassarsi e poi uccidere a sangue freddo le malcapitate vittime, si è detto contento di aver lavorato con Zangardi: “lavorare con lui è come fare un viaggio, le cose crescono in corso d'opera. Lui continua a fare film senza preoccuparsi di strizzare l'occhio al mercato”. Interessante la sua considerazione sui personaggi: “c'è da meravigliarsi del killer pittore e dell'avvocato ingenuo visto che oggi i mafiosi scrivono libri e i camorristi sono adorati in tv”. Come dargli torto?
Eleonora Giorgi, in splendida forma, torna sul grande schermo e parla con entusiasmo del suo ruolo e del film: “sono rimasta sorpresa perché My father Jack coniuga i vari generi e gli strizza l'occhio” ha detto l'attrice; “mi hanno colpito i personaggi perché Matteo non è debole ma ha accanto una donna più forte. E questa è proprio la rappresentazione della nuova generazione che è totalmente diversa dalla mia. E' il simbolo del rovesciamento della società”.
La stessa Elisabetta Gregoraci parla con orgoglio della cubista Deborah, amante innamorata di Pannofino: “Sono stata molto contenta di aver interpretato questo personaggio. Deborah è simpatica, è sempre tra le nuvole. Io sono diversa perché devo tenere tutto sotto controllo per questo la vita emozionante e piena di imprevisti accanto a Jack (Pannofino) mi è piaciuta molto”.
Grande assente del giorno Ray Lovelock, già protagonista di numerosi polizieschi degli anni '70, scelto dal regista per la sua classe innata che si sposava bene con il suo personaggio, un avvocato ricco e raffinato: “sembra un lord inglese, mi è parso molto adatto al ruolo”.
Inutile dire che Francesco Pannofino ha animato la conferenza raccontando anche un aneddoto di quando faceva il militare e andò per la prima volta al poligono: “Dovevamo sparare con dei fucili della Prima Guerra Mondiale che però non prevedevano l'uso da parte di un mancino. E io sono mancino. Il sergente mi vide sparare e urlò: questo portatelo via che ha delle mani di merda. Invece nel film sparo benissimo: Tonino è stato bravo. Le scene con le sparatorie sono delicate, se vengono male il film diventa goffo.” L'attore ha dichiarato espressamente di aver trovato questo un film delizioso e ci ha caldamente invitati a consigliarlo ad amici e conoscenti. Io personalmente accolgo l'invito, fosse anche solo per lui, che come attore è sempre valido, per il buon ritmo narrativo e per le splendide location del Trentino e della Lombardia.